Ho avuto recentemente rapporti con un geometra, al quale ho fatto redigere una DIA presentata in Comune, e che è stato anche direttore dei lavori per gli interventi realizzati.
Ho scoperto ora che lo stesso geometra ha redatto un computo metrico per i lavori realizzati, su incarico dell'impresa edile che li ha eseguiti materialmente. L'impresa edile ha usato il computo metrico come base sulla quale fare un bilancio consuntivo dei lavori eseguiti e chiedermi il conto.
Io non condivido i criteri con i quali è stato fatto il computo metrico (il conto esce molto salato anche rispetto al preventivo).
Ora, con l'impresa edile ho poi contrattato il conto finale fino ad arrivare ad un accordo. Mi restano tuttavia dei dubbi sul comportamento del geometra, e sul fatto che possa non aver rispettato il codice di deontologia professionale, per esempio al punto nel quale recita che:
"Nei rapporti con i committenti il geometra è tenuto a stabilire con precisione ogni dettaglio in merito all'attività da svolgere, in particolare è tenuto a:
(...)
b. in caso di più parti interessate, ragguagliare i committenti in merito alla sopravvenuta sussistenza di interessi contrapposti o concomitanti che possano influire sul consenso al proseguimento dell?incarico;".
Insomma, io ho avuto l'impressione che il vero cliente non sia stato io, ma l'impresa edile.
Voi che ne pensate?
Nel caso come mi conviene agire (il geometra non è ancora stato pagato)?
Uno degli aspetti che mi lasciano più dubbiosi nel computo metrico è il calcolo dell'area di un tetto. Il tetto ha 3 falde, due trapezoidali e una triangolare. Nel computo non è stata calcolata la vera area delle tre figure geometriche: per i trapezi è stata moltiplicata la base maggiore per l'altezza; per il triangolo la base per l'altezza. Il risultato viene circa un 20% in più rispetto a quanto secondo me dovrebbe essere. Si tratta di una consuetudine fare i conti così oppure ho ragione io a supporre che ci possa essere malafede nel conto?
Grazie mille e un saluto.