Salve,
ho un problema relativo ad una variazione catastale eseguita all'insaputa dei legittimi proprietari.
L'immobile in oggetto é una stalla lasciata in eredità dal mio bisnonno ai sue due figli, mio nonno e la sorella. La parte assegnata a mio nonno era correttamente accatastata (cat. C/6), mentre quella della sorella non risulta in catasto.
Premetto che entrambi sono deceduti da quasi vent'anni.
Diverso tempo fa gli eredi della sorella di mio nonno hanno 'venduto' la loro porzione; immagino che non sia stato effettutuato alcun rogito, perché mio padre e gli altri eredi di mio nonno hanno ricevuto una citazione per uso capione dall'acquirente. Gli eredi della sorella non hanno ricevuto nulla.
Indagando sui motivi della strana citazione, ho scoperto che nel gennaio 2006, la porzione di stalla di mio nonno ha subito una variazione di categoria catastale (da C/6 ad A/3), credo a seguito di un condono (o qualcosa dei simile...) seguito alle modifiche effettuate dall'acquirente dell'altra porzione.
Immagino che il tecnico incaricato, non trovando in catasto nulla associato alla sorella di mio nonno, abbia deciso di usare il subalterno di mio nonno per la variazione (mah...)
Nell'effettuare la variazione il subalterno originale é stato soppresso; quello creato, é sempre assegnato a mio nonno.
Riassumendo, ora la stalla di mio nonno risulta essere un appartamento (mentre é tutt'ora una stalla), e la porzione della sorella continua a non esistere in catasto (in realtà é un appartamanto nato dalla modifca di un'altra stalla).
L'intenzione degli eredi é di opporsi all'uso capione (la stalla di mio nonno é completeamente inutilizzata e disabitata...). Inoltre vorrebbero esigere il ripristino delle corrette 'condizioni iniziali' al catasto.
Le domande: il catasto accetta simili variazioni da un tecnico senza che esista la 'richiesta' dei proprietari o eredi?
Cosa devono fare gli eredi, oltre ad opporsi all'uso capione, per ottenere la corretta riassegnazione dell'immobile?
Grazie anticipatamente, Emilio