Buongiorno a tutti, riporto il mio problema in altra sezione del forum, come consigliatomi in altro post aperto.
Nel settembre 2010 ho dato l'incarico ad un geometra seguire il progetto e tutta la pratica per una concessione edilizia per ristrutturazione, ampliamento e abbattimento barriere architettoniche.
Alla data del dicembre 2011 nulla era ancora concluso se non una serie di incontri con l'ufficio tenico comunale e una lettera del comune riportante
tutti gli errori presenti nel progetto e nella domanda.
Riporto, per corretteza e per meglio spiegare l'accaduto, il contenuto della lettera inviata dal comune:
- la relazione tecnica non specifica in base a quali norme l'intervento può essere attuato;
- Specificare e vedere se l'intervento è fattibile alla luce dell'articolo 27.9 delle NTA trattandosi di edificio in zona agricola;
- Pianta copertura errata, prospetti errati ovvero i dati riportati nelle planimetrie e sezioni sono incongruenti;
- Calcolo volumi errato;
- Sezione D-D incompleta, rivedere direzione visiva delle sezioni;
- Mancano distanze forometrice nelle facciate;
- Gli sporti di linda superiori a 150 cm costituiscono volume;
- La distanza dai confini e la minor distanza tra la figura costituente superficie coperta ed i limiti di proprietà, la distanza va condotta a partire dal confine in modo perpendicolare allo stesso. Le distanze riportate sono incomplete ed errate;
- Quote stato di fatto, stato di progetto dell'area di pertinenza fondiaria, riportate P.00 in modo conforme all'art. 3.3 delle nta;
- Riportare nelle sezioni l'altezza urbanistica dell'edificio calcolata nel rispetto Art. 3.6 delle NTA;
- Nella planimetria generale mancano viabilità, indicazione confini di proprietà indicazione edifici limitrofi con le relative altezze, essenza arboree e quelle eventualmente da piantumare, indicazione su sistemazione aree esterne;
- Considerato che l'intervento è in parte realizzato ai fini del superamento delle barriere architettoniche presentare elaborati e relazioni Legge 13/89 e smi;
Nel complesso, il geometra ha avuto un comportamento poco serio e poco corretto. Dalla data dell'incarico, che come detto era settembre 2010, ha presentato gli elaborati in comune a settembre 2011. Non è stato quasi mai reperibile, non rispondeva a telefonate, messaggi, mail etc. Non ha svolto con correttezza il suo lavoro e per questo è stato sollevato dall'incarico con lettera A/R.
A gennaio 2012 ho nominato un nuovo professionista che, dopo aver consultato l'ordine dei geometri ed essersi confrontato con il vecchio professionista, a preso l'incarico. Con il vecchio professionista ho fatto fare progetto elettrico, progetto termoidraulico, progetto strutturale e relazione geologica perché richiesti dal comune.
Il nuovo progettista ha dovuto sanare e correggere tutti gli errori del vecchio geometra. Uno degli errori rilevati riguarda le misure della struttura esistente, dei perimetri e dei confini, rilevando una differenza di 40 cm nella sagoma e circa 20 cm nelle quote.
Mi trovo quindi a dover far rifare il progetto strutturale, il progetto termotecnico e il progetto elettrico dovendo pagare il doppio di tutto. In totale sono 4500 euro di progetto strutturale, 2100 euro di progetto termotecnico e 800 euro di progetto elettrico.
Le mie domande sono:
- L'ingegnere doveva effettuare la misurazione dello stabile esistente e delle relative quote o poteva rifarsi a quelle prese dal geometra?
- Posso far rivalsa sul vecchi professionista e far pagare a lui il progetto collegato ai suoi errori? Mi è stato parlato di una legge che obbliga i progessionisti a tutelarsi. Come posso agire?
Alla luce di tutto ciò trovo molto difficile dare fiducia a professionsti in futuro e a portare avanti la mia volontà di ristrutturare, i costi, con questi imprevisti, si stanno rilevando maggori rispetto alle mie previsioni. Se non effettuo i lavori di ristrutturazione ne va a danno delle imprese che avevo consultato per i lavori e, soprattutto, per mia suocere che, vivendo in carrozzina, non ha possibilità di vivere decentemente e muoversi per le barriere architettoniche presenti per l'accesso al bagno e in camera sua.