Ciao a tutti.
Vi chiedo un aiuto perché non so più cosa fare.
Ognuno di noi credo che veda nella casa una sorta di rifugio in cui, una volta chiusa la porta alle proprie spalle, lascia fuori i problemi lavorativi e relazionali e cerca quel minimo di serenità fondamentale per ricaricarsi ed affrontare la vita; Nel mio caso la casa sta diventando una ?via crucis?, ?un problema? e non la soluzione di un problema. Vi chiedo un consiglio e qualche informazione che mi potrà essere utile per capire quale decisione devo prendere. Vi chiedo scusa per la lunghezza del messaggio ma la situazione è complicata. Grazie di cuore fin d'ora a chi vorrà rispondermi.
Si tratta di una casa su tre livelli ancora da completare intestata a mio padre ed a mio zio; dovrebbe essere un?unica unità immobiliare (dico ?dovrebbe? perché mio padre è refrattario a parlare di queste cose e a mostrare documenti); è stata suddivisa nel senso dell?altezza in modo tale che guardandola frontalmente il lato sinistro è di proprietà di mio zio mentre il lato destro è di proprietà di mio padre. Per ogni lato sono stati ricavati tre piccoli appartamenti (uno per ogni figlio: siamo tre fratelli e tre cugini).
Parlo ora del lato appartenente a mio padre, quello in cui dovrei vivere.
Dopo una serie di tentennamenti da parte di mio padre perché non sembrava molto ben disposto a donarcela, si è proceduto ad una estrazione molto informale: in un ristorante durante una cena tra di noi utilizzando stuzzicadenti di lunghezze diverse. Il risultato è stato questo: a me sarebbe spettata la mansarda (non abitabile e condonata come servizi) di 50 mq circa, a mio fratello intermedio il piano primo (abitabile ma anch?esso condonato come servizi) di 60 mq circa. Era già stato deciso che a mio fratello più piccolo sarebbe toccato il piano terra (il più grande dei tre appartamenti) per una serie di motivi che vi risparmio. Si trattava allora di un rustico coi soli muri perimetrali. Tutto è stato scritto alla buona con una biro su un foglio di carta (che non so dove sia finito). Ma si sa, quando si tratta dei propri genitori e fratelli basta la parola no? O meglio dovrebbe bastare!
Qualche giorno dopo gli chiesi se era disposto a donarcele ma non si dimostrò disponibile (in realtà non disse chiaramente di NO ma lo lasciò supporre), gli dissi che ero disposto a chiedere un mutuo od un prestito per finirla in tempi rapidi (sono grande ho ed ho una certa urgenza di risolvere ? insieme alla mia compagna ? il problema casa) cosicché potevo affidare i lavori a muratori che si vi dedicassero a tempo pieno ma mi rispose che non era d?accordo, che quella casa (così come era stata iniziata più di venti anni fa) la voleva finire lui anche se questo avrebbe allungato un po? i tempi. Gli offrii il mio aiuto dedicandomi ai lavori più pesanti (ad esempio le tracce sui muri per far passare gli impianti idraulico ed elettrico) senza dimostrare il minimo apprezzamento ma, al contrario, dicendomi che lo ostacolavo nei lavori. Promise che ci si sarebbe dedicato e che ci avrebbe pensato lui all?acquisto del materiale. Non avevo altra scelta che iniziare i lavori con lui e così feci. Da allora la mia ?Via Crucis?: mi sono trovato nella condizione di dover concordare con lui tutto, anche se avessi dovuto piantare un chiodo nel muro. Dedicava alla casa solo i ritagli di tempo e pur godendo di una buona pensione non rinunciava neanche a quei lavoretti in nero che gli fruttavano 15 euro in una intera giornata. I lavori voleva farli in modo approssimativo (per risparmiare un euro rinunciava ad una presa) e quando io spendevo dei soldi per acquistare qualcosa, per lui, ovviamente, erano soldi buttati. Come Water ha preferito utilizzare un tazza usata procurata sul ciglio di una strada; pur avendo io dedicato alla casa tanto tempo ed energie mi accusa di non aver fatto nulla. E nelle discussioni snervanti che avevo per convincerlo a mettere un rubinetto generale all?ingresso dell?impianto idraulico piuttosto che una presa in più accadeva questo: un giorno la casa sembrava mia, il giorno dopo era anche un po? sua, il giorno dopo ancora era più sua che mia, il giorno dopo avrei dovuto cercarmi un'altra casa, il giorno dopo ridiventava di nuovo tutta mia.
Un autentico strazio, al punto da preferire che in passato mi avesse detto chiaramente che non era minimamente disposto a darmela. Ma questo a parole non me lo ha mai detto chiaramente, anzi, messo alle strette non esitava a dire che non c?erano dubbi sul fatto che la mansarda fosse mia. Mi ricordavo che in passato mi aveva fatto firmare il CONDONO (era una casa abusiva) per ottenere degli sgravi fiscali e che da tanti anni lui e mio zio ne parlavano come di una casa costruita per i figli. Cosa potevo fare? Attribuivo a questo atteggiamento una buona dose di arterosclerosi e cercavo delle spiegazioni che lo giustificassero (è difficile parlare così del proprio padre) ma nel tempo mi sono reso conto che nel suo atteggiamento c?era ingenerosità, scarso affetto, mancanza di chiarezza e trasparenza; avvolte ho pensato che volesse mettermi nella condizione di andarmene senza che si assumesse la responsabilità di un gesto che lo avrebbe messo in cattiva luce. Insomma, uno schifo. Forse proprio questo mi ha ferito ed esasperato dippiù: la scarsa trasparenza!
Vi dico questo, e scusate di nuovo per la lunghezza di questa e-mail, non per parlare male di mio padre (non mi interessa farlo e lo trovo anche avvilente) ma solo per farvi della situazione un quadro più chiaro.
In quella casa i lavori sono ancora da finire, manca il pavimento, gli infissi (ce ne sono alcuni provvisori che mi hanno permesso di trascorrerci l?estate scorsa) e tanto ancora; si tratta insomma di lavori abbastanza costosi, comunque più costosi rispetto a quelli fatti insieme fin d?ora. Sarei ben felice di chiedere un prestito e finirli ma non so se ne vale la pena.
In occasione dell?ultima litigata sono arrivato a dirgli che quella casa poteva tenersela, che se era davvero disposto a darmela volevo la sua firma su un pezzo di carta e avrei pensato io a finire i lavori esonerandolo da qualsiasi impegno o spesa (che spesso mi rinfacciava).
Su pressioni di mia madre (che non ha un gran potere decisionale ma, questa volta, credo si sia imposta) si è offerto di firmarmi qualsiasi documento che potesse rassicurarmi. Potrei coglierla come una novità positiva, come una buona opportunità, ma ho paura che sia solo una momentanea resa e che il gioco al massacro continuerà.
Vi chiedo:
- Chi devo contattare? Un avvocato, un geometra?
- Starei al riparo da minacce del tipo ?Se non fai come io ti dico, così e cosà, te ne vai da questa casa??
- Se la situazione generale non dovesse venire chiarita, i miei cugini (coi quali non ho un rapporto idilliaco e che vivono col loro padre una situazione analoga alla mia) potrebbero avanzare pretese anche sulla mia mansarda visto che non sono state create (ne so se legalmente è possibile) 6 unità immobiliari? I miei fratelli non sono al momento molto interessati: uno è troppo piccolo, l?altro si è sistemato a casa della compagna.
- Potete dirmi se avete sentito parlare di casi simili al mio?
Ciao e grazie di cuore a chi vorrà aiutarmi rispondendomi.
PS: Se avessi i soldi o un buono stipendio sicuro, ovviamente, mi sarei già tolto dalle palle.
PS2: Se non esistesse un modo per risolvere questa situazione io e la mia compagna dovremmo fare salti mortali per poterci permettere un buco (rischiando di rinunciare quindi alla idea di avere un figlio). Ovviamente anche questa ultima decisione sarebbe preferibile se non ci sono possibilità di chiarimento.
PS3: Non ho letto neanche i vostri post al momento ma ero troppo preso ad esporre il mio problema, scusate.