Consegna chiavi al rogito per legge?

Ti stanno prendendo in giro!

La consegna delle chiavi avviene alla firma del rogito ed in quel preciso momento deve avvenire il pagamento dell'intero importo precedentemente concordato, salvo pattuizioni diverse (scritte).

Così impongono le norme e gli usi.

Non farti raggirare e non consegnare le chiavi o firmare l'atto di rogito finché l'importo non è sul tuo conto corrente o nelle tue mani con un assegno.

Se conosci un notaio, chiedi consiglio a lui.

Io mi trovo nella situazione simmetrica rispetto a quella di chi ha iniziato la discussione. Sto vendendo un appartamento. I compratori hanno abusato della mia disponibilità a venire loro incontro circa i tempi di stipula del rogito, inserendo nella bozza di compromesso una clausola che prevedeva la consegna dell'appartamento all'atto del compromesso e prevedendo tempi lunghissimi per il rogito; per intendersi, il compromesso è stato stipulato ai primi di aprile (con pagamento contestuale di quasi la metà del prezzo), ma il termine per il rogito è fissato a gennaio 2009. Nella bozza di compromesso che mi era stata inviata era sì prevista la consegna immediata dell'immobile, ma mi era stato fatto capire che il prezzo pattuito sarebbe stato pagato interamente al compromesso, per cui io credevo che l'intervallo di tempo in questione sarebbe stato breve e non ci avevo fatto caso.

La consegna è prevista per questa settimana. Quello che mi chiedo è: considerato che il compromesso non prevede nulla circa la ripartizione delle spese nell'intervallo di tempo, molto lungo (ben otto mesi!) in cui io resterò proprietario senza essere possessore dell'immobile, come dobbiamo regolarci per la ripartizione delle spese? L'ICI, in base alle sentenze della Cassazione, sarà a carico del promittente venditore; ma che fare per le utenze, la tassa sui rifiuti, le spese condominiali? Posso esigere dal promittente acquirente la voltura delle utenze?

All'amico cagliaritano, come rettamente suggerito da Condominiale, consiglio di non accondiscendere alla richiesta formulata, in quanto foriera di non lievi rischi.
Per quanto riguarda Stefano, mi sembra che sia stato sin troppo accomodante, è il caso di mettere nero su bianco tutti i punti di contrasto, quali, appunto, derivanti dalla mancata coincidenza tra proprietà e possesso...direi d'imputare senz'altro il tutto al promissario acquirente, se non accetta, che si risolva il contratto.

Aggiornamento.

Nonostante io abbia predisposto tutto per la consegna entro i termini (a dimostrarlo ho le fatture della ditta di pulizie e della ditta di traslochi, che sono state pagate con assegno il giorno prima) il figlio (con cui ho sempre trattato senza che mi fosse mai stato detto che il compromesso sarebbe stato stipulato dal padre: secondo me è un gioco delle parti) del promittente acquirente si è fatto sentire per telefono 10 giorni dopo il termine previsto per chiedere se avevo provveduto a sgomberare l'appartamento. Faccio presente che, dalla data del compromesso, stipulato sei settimane prima, non si erano mai fatti sentire, neanche per concordare un termine.
Io ho detto che per la consegna ci saremmo risentiti questa settimana. Durante la settimana lavoro tutto il giorno fino alle sei del pomeriggio circa, l'appartamento è ubicato a circa un'ora di viaggio da dove abito ora e questo fine settimana avevo già programmato di andare via. La controparte ha fatto presente che loro avrebbero una certa urgenza perché hanno addirittura già contattato dei possibili inquilini, e vorrebbero avere le chiavi dell'appartamento prima del mese di giugno, quando saranno troppo occupati (il rogito è revisto entro il gennaio prossimo!).

Preciso inoltre che il preliminare parla, cito testualmente, di "possesso materiale del bene promesso in vendita dato ed accettato a partire dalla data del 10/5/2008". In nessuna parte del preliminare si parla di affitto dell'immobile in pendenza del rogito. Che gli acquirenti intendessero affittare mi è stato accennato nel mese di marzo, due mesi dopo l'inizio delle trattative e il raggiungimento di un'intesa sul prezzo, cosa che interpretati espressamente come una sorta di promesse che il rogito sarebbe stato stipulato in tempi brevi, e non nove mezzi e dopo la stipula del compromesso. Alla stipula del compromesso l'acquirente mi disse che voleva la consegna "nel caso trovasse da affittare l'appartamento", senza dire niente circa una sua determinazione in questo senso; ma io ho sempre dato per scontato che questo presupponesse la stipula del rogito e non mi sono mai impegnato, neanche verbalmente, a consentire di dare in affitto l'appartamento, ma mi ero solo reso disponibile a facilitare la visita dell'appartamento (sempre nel presupposto, mai smentito esplicitamente, che il rogito avvenisse in tempi brevi).

La mia domanda è: posso legittimamente subordinare la consegna dell'appartamento ad un impegno scritto a non dare in affitto l'appartamento prima del rogito?

Ed è possibile pensare di dare in affitto un appartamento sulla base di una semplice promessa d'acquisto?

Come ti abbiamo detto sopra, non farti prendere in giro.

Potresti pagare caro, in termini finanziari ed altro, l'approssimazione con cui la controparte porta avanti la trattativa a proprio favore.

Come già detto in precedenza, a Stefano consiglio di non accondiscendere a simili richieste...soprattutto, nienti accordi verbali.

Aggiornamento.

Mi sono rivolto ad un mio amico avvocato, il quale sostiene che la possibilità per il promittente acquirente di dare in affitto l'appartamento in pendenza del rogito ha natura pattizia. Perciò, alla data fissata per la consegna ho sottoposto un testo di verbale di consegna predisposto dal mio legale nel quale si specificava espressamente il divieto di dare in affitto l'appartamento. Il promittente acquirente si è rifiutato di firmarlo ed io non gli ho consegnato l'immobile. Il promittente acquirente si è anche rifiutato di tenere una copia del verbale per studiarselo, salvo poi farlo richiedere successivamente...dal figlio.

Ora, a distanza di oltre un mese e mezzo, e in prossimità della scadenza della seconda tranche del pagamento (31 luglio), dal legale della controparte mi è arrivata un'intimazione ad adempiere.

Io sono deciso a non cedere. Spero che il mio legale abbia ragione, e cioè che io possa oppormi alla pretesa del promittente acquirente di dare in affitto l'appartamento per ben sei mesi in pendenza del rogito.

Altrimenti sono guai.

Vorrei proprio sapere quale riferimento normativo potrebbe regolare una locazione del genere...