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2005-09-18 21:51:18

Condono edilizio; silenzio assenzo


Truppa
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13 Settembre 2005 ore 13:59 2
Salve a tutti.
E' la prima volta che scrivo. Sono alla ricerca urgente di informazioni relative ad una pratica di condono e spero che in questo forum qualcuno sappia indirizzarmi nel modo corretto.
Il problema (uno dei problemi) e' il seguente: ho aderito al condono edilizio del 1986 per un immobile fatto costruire da mio padre nel 63. Pratica apparentemente completa. Nel 1995 l'amministrazione avanza invece altre pretese e minaccia la demolizione se non presento altri documenti. Provvedo. Adesso, a distanza di 20 anni, l'amministrazione provvede ad un nuovo riesame e chiede ulteriori integrazioni della pratica. Non mi risulta che sia comportato in modo analogo con altri cittadini.
Puo' agire in questo modo oppure esiste un tempo limite trascorso il quale il condono deve essere concesso?
In rete ho trovato riferimenti a condanne inflitte all'mministrazione che non aveva concesso la sanatoria entro 36 mesi dalla presentazione del condono (il cittadino aveva scelto di adire le vie legali asserendo di aver subito dei danni economici). Ho interpretato bene? Esiste una giurisprudenza in materia?
Ringrazio anticipatamente chiunque volesse darmi un suggerimento.
  • gigi0
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Sabato 17 Settembre 2005, alle ore 17:02
    L'amministrazione ha diritto a chiedere integrazioni documentali solamente se motivate e giustificate e non, invece, in maniera strumentale e con il solo scopo dilatorio o emulativo.

    Se l'immobile non si trovasse in zona soggetta a vincolo, per il quale non mancasse l'autorizzazione dell'ente preposto alla tutela del vincolo stesso, il decorso dei 36 mesi dal completamento della documentazione (quella espressamente prevista all'epoca dalla legge e circolari del ministro Nicolazzi - allo stesso modo prevista dalla giurisprudenza) si formerebbe il silenzio assenso, con valore di concessione edilizia (oggi permesso) in sanatoria.

    Nel caso contrario (assenza di autorizzazione per il vincolo) il silenzio assenso non potrebbe formarsi, anzi, potrebbe intendersi silenzio rifiuto, ma non è il caso di preoccuparsi (la materia è complessa).

    Non ti aspettare alcun risarcimento dei danni, in assenza di una formale diffida all'adempimento, ecc.

    Potresti invece diffidare ora l'amministrazione (raccomandata A.R. con termine fissato in 30 gg.) per il rilascio della sanatoria, ma solamente nella certezza di avere una pratica completa come sopra.

    Tienici informati e auguri.

    Ciao.

    gigi

  • truppa
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Domenica 18 Settembre 2005, alle ore 21:51
    Grazie Gigi. Ti assicuro che la tua risposta mi è di conforto.
    Hai ragione a sostenere che la materia è complessa. Lo è a maggior ragione nel mio caso, se si tiene conto che già nel 1995 l'amministrazione comunale mi inviò un diniego della concessione in sanatoria (a distanza di dieci anni dalla presentazione della domanda), motivando la decisione con il fatto che la pratica mancava di una piantina.
    A mio dire non era vero e si trattava solo della continuazione di una pratica persecutoria nei miei confronti, ma non è il caso di entrare adesso nei particolari. Riusci comunque a risolvere la questione rivolgendomi ad un legale: ricevetti la revoca del diniego e mi furono richieste integrazioni di carattere tecnico e pagamenti di bollettini vari per la "concessione in sanatoria" (così recitava il documento firmato dal sindaco). I documenti furono presentati in tempo breve e i pagamenti furono effettuati. Sinceramente non mi sono preoccupato di ricevere o meno un documento ufficiale di chiusura pratica.
    Adesso, a distanza di altri dieci anni (venti circa dalla prima presentazione della pratica, che comunque riguarda un immobile costruito nel 1963), poiché si sono violentemente riaccesi i motivi per i quali ritengo di ravvisare vero e proprio fumus persecutionis nei miei confronti, l'amministrazione ha provveduto ad un nuovo riesame del caso chiedendo documentazioni che venti (o dieci) anni orsono non erano necessarie (esame geologico, pareri di carattere ambientale, etc.). Sinceramente non so se l'area sui cui sorge il fabbricato è soggetta a vincolo e mi sto informando. Quello che so è che venti (o dieci) anni fa non lo erano e - soprattutto - che altre situazioni identiche alla mia (fabbricati a dieci metri di distanza) sono stati sanati senza richiesta alcuna.
    La soddisfazione di ogni richiesta formulata nel 1995, la promessa della concessione e, dulcis in fundo, il fatto che esistano altre situazioni per le quali l'amministrazione non procede ad alcun esame possono essermi d'aiuto?
    Ti ringrazio tantissimo in anticipo per qualsiasi informazione vorrai passarmi.

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