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Ho 55 anni e sto effettuando lavori di ristrutturazione alla mia abitazione per ricavare al piano terra una piccola attività comm.le "ristorante" di complessiv mq. 150 - di cui 50 circa destinati a sala di somministrazione.
A lavori quasi ultimati l' lettricista mi comunica che è indispensabile far redigere da tecnico abilitato il progetto dell'impianto elettrico (preciso che i kw complessivi a regime saranno 15, promiscui tra abitaz. ed attività), il geometra, per converso mi dice che il Decreto che prevedeva tale onere non è stato convertito, da cui "non dovrebbe" essere necessario " posto che l'attività non supera i 400 mq" nello specifico produrre il progetto, il cui costo mi si indica intorno ai 1.500 ?.
Spero che qualcuno mi possa dare una indicazione definitiva al riguardo e lo ringrazio sentitamente sin d'ora.
Spero altresì che non sia necessaria questo ulteriore balzello, che comunque sarò costrettoa sostenere, nel caso fosse dovuto,, tenuto conto dello stillicidio da me i subito per cercare di aprire questa micro-attività in una porzione di immobile di proprietà, il tutto nel tentativo "aihmè disperato" di favorire una qualche forma di integrazione sociale ad un figlio 14 enne con disabilità psichica "autismo": chi conosce il problema può capire quali siano state le intenzioni che hanno portato a tale decisione.
Di fatto mi sono visto via via costretto a dover sostenere "obtorto collo" ogni ordine di balzelli, tra termotecnici, tecnici acustici ed oneri vari di ogni tipo, giungendo alla triste considerazione - almeno per quanto mi riguarda - che Non vale assolutamente la pena cercare di avviare una qualsiasi attività (o quantomeno la specifica attività di ristorazione) in un paese anacronistico.