Buongiorno a tutti, avrei una "questione" da porre, spero di non essere eccessivamente prolisso.
Possiedo una vecchia casa su un piccolo terreno. Uno dei muri della casa è a "filo" della stradina (percorribile in auto) di accesso al cortile (stradina che esiste da almeno 70 anni e con la quale si accede anche al cortile dei vari vicini).
La stradina è sempre stata considerata comunale. In realtà poco tempo fa uno dei vicini ha affermato che parte di essa passa sulla sua proprietà. Per questo motivo è riuscito a bloccare il comune che voleva riasfaltare la stradina (che versa in uno stato penoso). In pratica, credo, il suo ragionamento fosse: ok, asfaltatela ma siccome parte passa sulla mia proprietà dovete pagarmi. Il Comune, ovviamente, non ha pagato e la stradina è rimasta com'è.
Adesso vorrei "ristrutturare" la casa per andarci ad abitare (prima casa). E' in pessime condizioni e dovrei demolirla e ricostruirla (se non ho capito male equivale a ristrutturare anche dal punto di vista fiscale, detrazioni etc.).
Il progettista mi ha spiegato che, per fare ciò, devo mantenere in piedi la parete che si trova a filo della strada e demolirla/ricostruirla contestualmente con tecniche dedicate.
Tutto ciò per evitare di dovermi spostare a 5 metri da suddetta stradina (il terreno è piccolo e lo spazio non è molto).
Premetto che un eventuale accordo col vicino non è fattibile (visto lo scherzetto che mi ha combinato con la riasfaltatura).
In tal modo pagherei molto meno di oneri (solo quelli di costruzione per la parte demolita e ricostruita, tutti, cotruzione e urbanizzazione per un eventuale ampliamento).
Vi torna tutto ciò? E' Fattibile? C'é qualcosa che non vi quadra? Non è che inizio i lavori e poi finisce che il famoso vicino (con amicizie nei posti giusti) mi crea problemi e mi fa bloccare tutto come è finita con la storia dell'asfalto?
Spero di essere stato sufficientemente chiaro e di non aver chiesto troppo.
Grazie a tutti coloro che vorranno dare contributi di pensiero, farmi esempi o darmi riferimenti legislativi.
Massimo