Prima di tutto debbo scusarmi se in un altro post sull'argomento ho inserito un commento che poteva risultare inutilmente allarmistico per chi aveva posto il quesito e polemico nei confronti di Staff Lavorincasa. Non era mia intenzione .
Premetto che ho guardato il link http://www.condomini.altervista.org/DetrazioneRistrutturazione.htm/ ma non ho trovato risposta al problema.
Il caso è quello di un unico proprietario di un immobile costituito da più abitazioni, pertinenze e parti comuni (muro di cinta, passo carraio, giardino, scale, tetto, ecc.); da visura catastale risultano distintamente censite (foglio, particella e subalterno) solo 3 unità A/2 e tre unità C/6.
L?immobile è stato oggetto di interventi di ristrutturazione edilizia, cui compete una detrazione fiscale del 36%, imputabili sia a singole unità abitative che a parti loro comuni.
E? stata inviata preventivamente la comunicazione al Centro Operativo di Pescara, una per ogni unità abitativa dell?immobile.
Sono stati fatti anche interventi per il risparmio energetico, cui compete una detrazione del 55% (cappotto per l?edificio, nuove finestre, caldaia a condensazione e pannelli solari per uno solo dei tre appartamenti) . Questi interventi sono stati portati in detrazione rispettandone la suddivisione per tipologia ma in modo indifferenziato rispetto all?unità abitativa cui potevano effettivamente competere. Le comunicazioni a ENEA sono invece state fatte in modo puntuale sia in termini tecnici che di pertinenza.
In relazione agli interventi detraibili al 36%, un CAF ha contestato la mancanza di una ?quarta comunicazione? per le parti comuni.
Mi chiedo: come si poteva fare la quarta comunicazione se il condominio non esiste?
Il condominio non può esistere giuridicamente quando manca la condivisione di proprietà.
Inoltre, ad eccezione della circolare n. 121/E-1998, par. 2.6, dove il Ministero delle Finanze interpreta che la detrazione del 36% è usufruibile anche per le ?parti comuni a più unità immobiliari? e non solo per ?parti comuni a più possessori?, TUTTA la normativa attuativa ed operativa, parla solo di condominio e mai di ?parti comuni a più unità abitative con stesso proprietario?.
In particolare il modulo di comunicazione, realizzato prima dell?interpretazione data nella circolare 121/E, contempla campi da compilare che partono dalla distinzione fra ?proprietà privata? e ?proprietà comune?, questa ultima solo ovviamente e esclusivamente in termini di condominio.
Nel caso di ?proprietà privata? non si capisce se e come si possano indicare ?parti comuni a più unità abitative con stesso proprietario? visto che non sono neppure censite e non esistono istruzioni in proposito.
Mi sembra che ci sia una evidente lacuna normativa.
Una eventuale ?via di uscita? potrebbe essere quella di appellarsi al fatto, vero ma con qualche difficoltà a dimostrarlo, che nel caso specifico uno dei tre appartamenti non è mai stato interessato da interventi direttamente ad esso imputabili ma solo indirettamente da interventi su parti comuni.
La comunicazione che riporta i dati catastali di tale appartamento, potrebbe essere usata a giustificazione delle parti comuni?
Grazie.