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2010-09-17 09:29:06

Eternit - 30287


Amyot
login
22 Agosto 2010 ore 17:23 7
Dopo aver acquistato un piccolo appartamento in Roma a novembre 2009 abbiamo scoperto, e purtroppo non ce ne eravamo resi conto prima, che c'e' dell'eternit che incombe sul nostro balcone.
Queste onduline che fungono da grondaia circondano il palazzo e una e' proprio sopra la nostra porta-finestra.
Il fatto e' che questo materiale presenta muschi, sfaldamenti e rotture. E' in uno stato di degrado tale che una ditta specializzata per il trattamento di materiali contenenti amianto ci ha comunicato che non ci sono trattamenti manutentivi che si possano eseguire (sigillatura) poiche' il materiale e' troppo deteriorato e l'unico intervento possobile sarebbe l'eliminazione.
L'amministratore nega il problema e non intende muovere un dito.
Abbiamo fatto un esposto alla ASL (costo 77,47 ?), e dopo quasi 6 mesi hanno inviato un tecnico per verificare la situazione: il medesimo ha dichiarato di non essere in grado di eseguire un campionamento. Come risultato di questo disastroso intervento della ASL abbiamo un referto generico non circostanziato ne' motivato in cui si dice che verosimilmente il materiale e' eternit, che e' danneggiato, che non sono stati capaci di eseguire un campionamento (su un balcone con il materiale a 3 metri dal pavimento, ove basta salire su una sedia), che almeno per 3 anni possiamo tenerlo così. Si evince che per noi, che dovremmo abitare lì, non c'e' pericolo a respirare giorno e notte quelle polveri, che tra l'altro ristagnano sul terrazzino (e' firmato da una 'dottoressa').
E non importa che il materiale sia in disastroso stato, canalizzi anche l'acqua piovana e sia esposto alle intemperie (pioggia, vento, uccelli ecc..), e che col caldo rilasci maggiomente e con le finestre aperte il pericolo aumenti. E non importa che rappresenti un pericolo per la comunita' oltre che per noi. Per non parlare del tempo di esposizione (se ci si vivesse sarebbero 24 ore su 24 quasi).
In conclusione siamo bloccati, non abbiamo potuto ancora iniziare i lavori di ristrutturazione (1 perche' vivere lì sarebbe dannoso, 2 perche' rischierebbero anche gli operai, esposti anche al rischio di ulteriori rotture provocate dallo spostamento dei materiali) e non sappiamo quando potremo utilizzare l'appartamento.
Per quanto ne so io la legge non può imporre incondizionatamente la rimozione dell'eternit, ma il decreto DM 6/9/1994 impone il periodico monitoraggio e manutenzione del materiale affinche' non ci sia rilascio di fibre di amianto. Per i materiali danneggiati ''si determina la necessita' di un'azione specifica da attuare in tempi brevi'' (articolo 2c).
Ora e' evidente che la manutenzione non è stata eseguita.
Specifico che sono in contatto con una ditta certificata per eseguire a mie spese il campionamento del materiale al fine di avere evidenze oggettive (anche se tutti finora -dall'ispettore della ASL al muratore all'incaricato della ditta per la rimozione dell'eternit- ci hanno confermato ufficiosamente che non ci sono dubbi che si tratti di eternit).
Domando:
1. posso permettermi di far eseguire il campionamento su un'ondulina di pertinenza condominiale?
2. nel caso risultasse essere eternit, possiamo pretendere che il costo dell'analisi sia a carico del condominio?
3. come posso fare per obbligare l'amministratore a prendersi la responsabilita' che gli compete ed esegiure lavori di manutenzione immediati? (il decreto specifica che i lavori vanno eseguiti nel più breve dempo possibile)
4. posto che dal campionamento risulti inequivocabilmente eternit, e dall'evedenza oggettiva che e' gravemente danneggiato e non manutenuto: si ravvisa una negligenza da parte dell'amministratore? se si, posso chiedere i danni per non aver potuto prendere possesso dell'appartamento tutti questi mesi a causa della sua negligenza?
5. esiste nel codice condominiale qualche norma che mi dia diritto a pretendere questi lavori?

Nella speranza che possiate aiutarmi a capire come muovermi invio distinti saluti e ringrazio anticipatamente.
Amyot
  • consulente
    Consulente Ricerca discussioni per utente
    Venerdì 27 Agosto 2010, alle ore 08:19
    Può certamente far eseguire il campionamento ma il costo deve essere da lei sostenuto, senza possibilità, salvo il caso di provvedimento di giudiziario, di rivalsa nei confronti del condominio.
    Se si dovesse appurare l'immediata pericolosità potrà diffidare l'amministratore (con una raccomandata a.r.) a far eseguire tutti quegli interventi utili a far rimuovere il pericolo (in questo caso, quindi, sollecitarlo a convocare un'assemblea per le apposite decisioni).
    Può pretendere i lavori ma per vedersene riconosciuta la necessità deve agire in giudizio.

  • staff
    Staff Ricerca discussioni per utente
    Venerdì 27 Agosto 2010, alle ore 11:58
    I riferimenti del Codice Civile su quanto ben illustrato sopra dal Consulente sono gli articoli 1110 e 1134.

  • nabor
    Nabor Ricerca discussioni per utente
    Sabato 28 Agosto 2010, alle ore 15:06
    Condivido la risposte all'interessante quesito, io consiglierei un accertamento tecnico preventivo.

  • amyot
    Amyot Ricerca discussioni per utente
    Martedì 31 Agosto 2010, alle ore 13:03
    Ringrazio tutti per le risposte.
    Amyot

  • steno2
    Steno2 Ricerca discussioni per utente
    Venerdì 3 Settembre 2010, alle ore 10:14
    Sono ignorante!

    Detto questo, non si potrebbe far scrivere da un legale una lettera in cui si informa l'ammin. che sarà denunciato a causa dell'amianto deteriorato e cancerogeno che si rifiuta di far rimuovere?
    Tra l'altro si può agire anche in sinergia con gli inquilini dei palazzi litrofi, visto che la polvere va dovunque e dei limiti di propietà privata se ne infischia bellamente.
    (Polvere comunista? )
    Tra l'altro, i responsabili sono i condomini, ognuno per i propri millesimi, minacciare via lettera legale potrebbe far calare le braghe...

  • nabor
    Nabor Ricerca discussioni per utente
    Venerdì 3 Settembre 2010, alle ore 12:58
    Basterebbe una lettera?

  • lollolalla
    Lollolalla Ricerca discussioni per utente
    Venerdì 17 Settembre 2010, alle ore 09:29
    Scusa, ma tu cosa hai in mano che certifichi che quell'ethernit è da sostituire? Mi pare proprio un bel niente, tranne le tue parole e un preventivo di una ditta per la sostituzione, magari pure verbale.
    L'amministratore cosa ha in mano che gli dà ragione? Una dichiarazione certificata di un tecnico ASL che dice che quel materiale può restare lì senza problemi per 3 anni, dopodichè dovrà essere monitorato.
    Secondo te in queste condizioni, chi può avere ragione? Scusa la freddezza del messaggio, ma ho semplicemente riassunto i fatti.
    A questo punto direi che o richiedi un accertamento tecnico preventivo al tribunale, credo a tue spese, ma di questo senti Nabor, oppure fai fare il controllo da un tecnico autorizzato che certifichi le condizioni dell'ehernit, però sempre a tue spese, col quale poi chiederai al condominio di intervenire, secondo quanto proposto dal certificato.

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