Cari tutti, scrivo per sottoporre il seguente caso che mi riguarda e che sta mettendo in difficolta' diversi consulenti (avvocato, geometra). Sono proprietario di un appartamento (ex tubificio) con 60 proprietari.
L'acceso al mio appartamento e' su un lungo corridoio e l'appartamento (come il palazzo) si sviluppa seguendo la lunghezza del corridoio. Nel corridoio, prima della porta di accesso al mio appartamento e' presente una ulteriore porta dalla quale si accede ad una porzione di edificio (assimililabile ad un corridoio largo 1m e lungo circa 3m) che da accesso, senza interruzione alcuna, al mio terrazzo di proprieta' (il terrazzo e' allo stesso piano dell'appartamento e vi si accede da una portafinestra direttamente dal soggiorno). Questo "corridoio" si frappone tra il mio soggiorno ed un appartamento vicino; a questo corridoio si accede direttamente dal corridoio condominiale vero e proprio e dal mio terrazzo. Questa era la situazione originale (anni '70). Negli anni (2 diverse proprieta'negli ultimi 30 anni) questo spazio e' sempre stato utilizzato in modo esclusivo dagli abitanti del mio appartamento e progressivamente, per motivi di sicurezza (e' possibile l'accesso diretto dal corridoio condominiale al mio appartamento tramite una semplice porta di legno), sono stati aggiunti due cancelli (prima uno a ridosso del mio terrazzo, apribile unicamente dal terrazzo, in un secondo momento uno fisso a ridosso della porta di accesso dal corridoio che e' stata nel frattempo bloccata). Questo spazio non risulta in alcun documento condominiale (vecchio regolamento di condominio o altro). L'atto di acquisto del mio appartamento non lo cita dicendo pero' che l'appartamento confina su quel lato direttamente con l'appartamento contiguo (quindi includendo lo spazio nella proprieta'). Tuttavia, questo spazio non e' conteggiato ne' nei millesimi, ne' nei mq dell'appartamento, ne' e' presente sulla mappa catastale dell'appartamento. In fase di revisione delle tabelle millesimali il geometra incaricato ha sollevato il problema non risultandogli questo spazio da nessuna parte; come conseguenza alcuni condomini hanno iniziato a chiedere varie forme di "compensazione" (affitto, acquisto, etc...). Il parere legale e' che un'acquisto, anche ove possibile non sia praticabile (visto il numero di proprietari che dovrebbero partecipare tutti all'atto persomalmente o per procura notarile). Stessa opinione e' stata data per l'usucapione che avrebbe durata lunghissima e sarebbe molto onerosa visto il numero di proprietari (cui notificare atti etc...). L'affitto non e' per noi accettabile, in quanto implicitamente andrebbe ad annullare un diritto reale od acquisito. Quale soluzione? Esiste una soluzione che possa prevedere (ammettendo che lo spazio sia di mia proprieta' ma non risulti esplicitamente da nessuna parte) di sanare la posizione (modifica catastale, aggiornamento millesimi, etc...) ed accontentare le parti (ad esempio con una donazione a titolo gratuito da parte nostra al condominio a compensazione del conteggio errato dei millesimi degli ultimi anni e di un possibile, ma non provato, uso condominiale dello spazio)? E' possibile aggirare la necessita' di un atto bilaterale che implichi l'ammissione della proprieta' del condominio (non chiara) e la necessita' di avere tutti i proprietari presenti? Vi ringrazio, Francesco