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2008-05-26 07:15:05

Il certificato di agibilita' non esiste piu ?


Ale31
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25 Maggio 2008 ore 20:13 4
Ho richiesto al mio Comune copia del certificato di agibilita' (immobile ristrutturato dopo il 2003).

Mi e' stato risposto che con le nuove procedure il Comune non e' piu' tenuto ad emetterlo, che quello che puo' rilasciarmi e' una cronostoria dell'immobile dalla quale risulta che e' stata richiesta l'agibilita' e che poi e' stata concessa (per silenzio assenso nel mio caso).

Vi chiedo: e' corretta questa procedura?. Ovvero, e' possibile che un comune non emetta piu' qualcosa con scritto sopra 'Certificato di agibilita' ?

Ringrazio anticipatament eper le risposte.

Ale
  • condominiale
    0
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    Domenica 25 Maggio 2008, alle ore 21:19
    Non penso proprio che l'art. 24-25 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 sia stato abrogato.

    Comunque per una semplice ristrutturazione nel tuo comune non sarà previsto il rilascio di un "nuovo" certificato di agibilità.

  • ale31
    0
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    Domenica 25 Maggio 2008, alle ore 21:37
    Non si tratta di rilasciare un 'nuovo certificato', non ne e' mai stato emesso uno poiche' prima della ristrutturazione il mio non era ad uso abitativo bensi' commerciale (e comunque sonon cambiate tutte le planimetrie avendo ricavato da un unico grosso complesso commerciale piu' appartamenti).

    In questo caso posso citare l'articolo da te riportato per far smuovere qualcosa in COmune?

    Ti ringrazio moltissimo per la risposta!

    Ale

  • condominiale
    0
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    Domenica 25 Maggio 2008, alle ore 21:59
    Ricorda che per ottenere il certificato di solito il comune richiede:

    Nulla osta dei Vigili del Fuoco per eventuali impianti (riscaldamento, prevenzione incendi, autorimesse, ecc.);
    Copia della dichiarazione presentata per l?iscrizione in catasto redatta in conformità delle disposizioni dell?art. 6 del R.D.L. 13 aprile 1939, n. 652 e successive modificazioni e integrazioni (art. 24, comma 4 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380);
    Dichiarazione sottoscritta dallo stesso richiedente il certificato di agibilità di conformità dell?opera rispetto al progetto approvato, nonché in ordine alla avvenuta prosciugatura dei muri e della salubrità degli ambienti (art. 25, comma 1, lettera b) del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380);
    Certificato di collaudo statico ( per le costruzioni in conglomerato cementizio armato o a struttura metallica (art. 67 del T.U.);
    Dichiarazione di conformità delle opere realizzate alla normativa vigente in materia di accessibilità e superamento delle barriere architettoniche (artt. 77 e 82 del T.U. per l?edilizia);
    Dichiarazione dell?impresa installatrice che attesta la conformità degli impianti installati negli edifici adibiti ad uso civile alle prescrizioni di cui agli art. 113 e 127 del T.U per l?edilizia, nonché all?art. i della Legge 9
    gennaio 1991, n. 10, ovvero certificato del collaudo degli stessi , ove previsto, ovvero ancora certificazione di conformità degli impianti prevista dagli art. 111 e 126 del T.U.;
    Denuncia di ultimazione dei lavori
    Dichiarazione che l?edificio sia allacciato all?acquedotto;
    Dichiarazione che le acque reflue provenienti dall?edificio verranno smaltite mediante allacciamento a fognatura.

    Altre possibili richieste che variano da comune a comune.

  • anonimo
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Lunedì 26 Maggio 2008, alle ore 07:15
    Il certificato di agibilità per molte transazioni è obbligatorio ( o comunque lo fanno diventare così ) .

    Il paradosso è che si è sistemata la questione solo per gli immobili in costruzione o che comunque hanno subito ristrutturazioni, dove il tecnico con la chiusura dei lavori assevera anche l'abitabilità, sotto propria responsabilità.

    Per gli immobili del passato invece, specie quelli che non hanno subito nessun intervento dopo certe date, il Comune, che era colui che doveva rilasciare le agibilità/abitabilità, per paradosso NON è obbligato a rilasciarle e spesso, infatti, non le rilasciava proprio....

    Italia.

    Non voglio entrare nel particolare perché certe cose è meglio farle curare da un proprio tecnico, con le carte in mano, le cose cambiano caso per caso.

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