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2007-11-08 23:23:56

Termocamino a vaso chiuso


Steve57
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07 Novembre 2007 ore 18:39 9
Buongiorno a tutti. Leggo il forum da qualche mese ma mi sono iscritto solo ora per avere supporto e consulenza su problematiche di termocamino.

Nello specifco ho installato quest'anno un monoblocco Palazzetti ad aria e mi sono accorto rapidamente che l'aria ha vari inconvenienti tra cui i principali sono secchezza aria, riscaldamento non uniforme e rumore.

Sto pensando perciò di passare ad un termocamino ad acqua e, per salvare il costoso rivestimento l'unica soluzione è il termopalex 78 sempre della palazzetti.

Senza entrare nello specifico del confronto con altri prodotti, il punto è relativo al montaggio. Al di là delle norme di legge l'impianto a vaso aperto è ingestibile nel mio caso sia per la necessità di cambiare caldaia sia per il di posizionamento del vaso aperto. Il vaso aperto con scambiatore a piastre potrebbe essere attuabile ma ho visto che cra comunque problemi di diminuzione di rendimento e danneggiamento delle tubazioni a lungo andare.

Insomma sono comunque tentato dal vaso chiuso ovviamente prendendo le opportune precauzioni.
In particolare vaso di espansione chiuso di opportune dimensioni per dare "elasticità" all'impianto, doppia valvola a 1,5 e 2,5 bar valvola di sfogo per sovratemperatura. L'altra precauzione ovvia è di essere sempre in casa con il termocamino acceso per sentire il segnale di allarme acustico. Detto ciò rimane il problema della rottura della pompa di circolazione/black-out e proprio su questo punto chiedo supporto: mettendo uno scambiatore per acqua sanitaria e una valvola a 3 vie comandata da flussostato, è pensabile che aprendo i rubinetti in caso di emergenza e quindi mettendo in movimento l'acqua sul circuito secondario, sul primario l'acqua si muova per moto convettivo naturale in maniera sufficiente a limitare i danni senza arrivare allo scarico di emergenza (temo infatti che i tubi nel termocamino senza acqua dentro si danneggerebbero....


Per gli altri tipi di emergenze potrei diminuire la temperatura dell'acqua aprendo alcuni termosifoni che normalmente tengo spenti....


Vi aggiungo che un mio parente ha un impianto a vaso chiuso da un anno e va benissimo: ha solo dovuto tarare all'inizio la quantità di legna da immettere per evitare sfiati. Credo insomma che fino a che c'è energia eletrtica con le moderne valvole ci si possa fidare. In fondo vendono da diversi anni oggetti chiamati pentole a pressione in cui se la valvola non funziona potrebbero succedere guai molto seri.....
  • claudik
    0
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    Mercoledì 7 Novembre 2007, alle ore 22:15
    Nella pentola a pressione la valvolina di emergenza di cui parli NON può NON funzionare in quanto si basa su un principio fisico immutabile: qui La temperatura di fusione. Nello specifico la temperatura di fusione della ?gommina? che costituisce il tappo di emergenza.
    Se la valvola principale si blocca, la pressione sale, e a quel punto la gommina, se non è già schizzata via per la spinta, ci pensa la temperatura, che salendo scioglie il materiale di cui è fatta, facendo fuoriuscire il vapore...

    Nel caso di un impianto a vaso chiuso si ha una situazione simile. Solo che le valvole di sicurezza sono più complesse della gommina? approssimando il più possibile possiamo dire che qui (in un tipo di valvola) una molla tiene chiuso un tappo dentro la valvola di emergenza?. Quindi la pressione sale fino a che non ha la forza di spingere quella molla e aprire il tappo?.
    Cosa mai potrebbe impedire ciò? Ruggine? Calcare? Ma quanto tempo occorrerebbe? Tanto. Al punto che la Jolly mec vende (legalmente) camini a vaso chiuso COLLAUDATI e garantiti?.
    Di solito, però, i sistemi antideriva (cioè i sistemi per far sfogare il calore) si basano su uno scambiatore, anche piccolo, dentro alla caldaia stessa e collegato all?acquedotto, analogo a quello per fornire acqua sanitaria per docce e cucina. Solo che in questo scambiatore l?acqua circolerà (per poi, rubato il calore, buttarsi in uno scarico) solo quando una valvola tarata sentirà una certa temperatura? In pratica è come aprire il rubinetto dell?acqua calda. Si chiama dell?acqua che passando dentro alla caldaia ruba calore. Solo che questa apertura del flusso di acqua dentro allo scambiatore di emergenza avviene automaticamente, grazie ad una valvola, e non ad una persona che apre un rubinetto

    Poi ci sono le valvole da 2.5 o più bar per evitare che i tubi scoppino?. (fanno uscire l?acqua se la pressione supera un certo valore). Il tuo timore di rimanere senza acqua nel camino dopo il loro intervento potresti superarlo montando un rubinetto di riempimento automatico...

    Sarà? poi la pressione dell?acquedotto ( e non la elettricità) a garantire il riempimento nell?impianto nonché.la circolazione di acqua nello scambiatore di emergenza?..

    .... certo che se manca l?acqua?!!....:shock:










    P. S. mi spieghi cosa intendi con la tua frase:
    ?Il vaso aperto con scambiatore a piastre potrebbe essere attuabile ma ho visto che crea comunque problemi di diminuzione di rendimento e danneggiamento delle tubazioni a lungo andare?

    A quale danneggiamento ti riferisci?
    P.S.2
    Cerca comunque un buon idraulico per un impianto a vaso chiuso.

  • steve57
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Mercoledì 7 Novembre 2007, alle ore 22:40
    Claudik,

    ho letto da varie parti che 1) il vaso aperto comunque disperde calore così come lo scambiatore a piastre poi ho sempre letto che l'acqua nel vaso si ossigena ed è in grado di creare reazioni chimiche tali da danneggiare alla lunga (non so in che tempi) le tubazioni. Ma, insomma avrei difficoltà a posizionare un vaso aperto nella posizione dove si trova il mio caminetto.

    Tormando al problema smaltimento calore non ho capito dove posizionano lo scambiatore di calore che dovrebbe intervenire per abbassare la temperatura in caso di emergenza anche perché credo che spesa per spesa sarebbe più opportuno riuscire a deviare . In mezzo allo scambiatore principale insomma se deve togleire calore deve stare direttamente sula fonte a meno che non si tratti di uno scambiatore acqua-acqua asservito da 2 valvole una che apre il rubinetto dell'acqua fredda dell'acquedotto e l'altra che devia il flusso dell'acqua proveniente dal termocamino... Puoi spiegarmi meglio? e, tornando al jolly-mec è a bagnomaria come il klover o proprio a vaso chiuso e basta?

  • speleosax
    0
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    Giovedì 8 Novembre 2007, alle ore 08:28
    Claudik,

    ho letto da varie parti che 1) il vaso aperto comunque disperde calore così come lo scambiatore a piastre poi ho sempre letto che l'acqua nel vaso si ossigena ed è in grado di creare reazioni chimiche tali da danneggiare alla lunga (non so in che tempi) le tubazioni. Ma, insomma avrei difficoltà a posizionare un vaso aperto nella posizione dove si trova il mio caminetto.

    Tormando al problema smaltimento calore non ho capito dove posizionano lo scambiatore di calore che dovrebbe intervenire per abbassare la temperatura in caso di emergenza anche perché credo che spesa per spesa sarebbe più opportuno riuscire a deviare . In mezzo allo scambiatore principale insomma se deve togleire calore deve stare direttamente sula fonte a meno che non si tratti di uno scambiatore acqua-acqua asservito da 2 valvole una che apre il rubinetto dell'acqua fredda dell'acquedotto e l'altra che devia il flusso dell'acqua proveniente dal termocamino... Puoi spiegarmi meglio? e, tornando al jolly-mec è a bagnomaria come il klover o proprio a vaso chiuso e basta?

    Io ho il jolly mec, ti arriva tutto completo di valvole e vaso di espansione pronto per essere installato su di un circuito a vaso chiuso. A suo tempo io e claudik abbiamo scambiato diverse opinioni sull'argomento klover vs jolly mec avendo i due sistemi diverse soluzioni di sicurezza.
    Il termojolly non è a bagnomaria, in caso di mancanza di elettricità esiste una valvola di scarico di sicurezza che spara l'acqua all'esterno in modo da evitare esplosioni; c'è anche un cicalino di allarme che entra in funzione quando l'acqua raggiunge i 90°.
    Poichè sicuramente uno non lascia acceso il camino e va via di casa, se suona l'allarme puoi evitare lo scarico dell'acqua di emergenza facendo entrare acqua fredda manualmente o tramite qualche diavoleria di valvola che sicuramente claudik saprà indicarti nell'impianto per abbassare la temperatura.
    ciao
    speleosax

  • steve57
    0
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    Giovedì 8 Novembre 2007, alle ore 09:02
    Speleosax,

    mi sono guardato il catalogo Jolly-mec e, per quello che può valere il mio parere "ingegneristico" mi sembra il prodotto migliore tra quelli visionati. Se ho capito bene è anche il più costoso purtroppo.

    Ho visto che lo scambiatore di emergenza è realizzato esattamente come avevo ipotizzato: c'è uno scambiatore immerso dentro l'intercapedine dove circola l'acqua del circuito di riscaldamento e, in cavo di emergenza si apre una valvola che fa entrare acqua fredda dell'acquedotto che poi si scarica portando via calore. Semplice e ingegnoso e funziona anche in caso di black-out.....

    Purtroppo nel mio caso non è applicabile e quindi dovrei basarmi solo sulla chiusura dell'alimentazione d'aria per limitare i problemi in caso di black-out (o più probabilmente di problemi sulla circolazione dell'acqua).

    In ogni caso il palazzetti Termopalex è basato su un fascio tubiero e quindi non ci dovrebbero essere problemi gravi tipo danneggiamento pareti in caso di sovratemperatura dell'acqua
    In ogni caso ho tempo di pensarci perché per questo inverno andrò comunque ad aria...

  • radiante
    0
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    Giovedì 8 Novembre 2007, alle ore 10:01
    Potendo dire la mia ;non vedo problemi di usure e perdite di calore usando uno scambiatore di calore,i tubi adatti lo scambiatore adatto e quando saranno consumati ci penseranno gli eredi,facendo un circuito chiuso dove non esiste un controllo di fiamma mi sembra oltremodo pericoloso,credo che questi camini ,tutti,non sono calcolati o eseguiti con tubo meccanico tipo calderine per vapore,mettiamo il caso che una bella serata fredda ,piove un po di vento,arrivi a casa tutto infreddolito,carichi il camino un po piu del normale,fa freddo non c'è voglia di aspettare molto per scaldarsi,scoppia un bel temporale va via la corrente il camino inizia a bollire come una pentola di ballotti,a questo punto iniziano i problemi,la temperatura si alza inizia a bollire si alsa la pressione piu si alsa piu si scalda le valvole di sicurezza sono li da 5 anni ingrippate dal tempo e dallo sporco aprono in ritardo il camino si deforma rischia di esplodere ,se ve la sentite di rischiare di essere cotti al vapore in 1 secondo preparate maionese e mostarda e cipolline in agrodolce,con il bollito stanno bene,fate voi

    Vi è mai capitato che scoppi la macchinetta del caffe?si quella da tre ,la filettatura è un po sciupata è vecchia ma fa un caffe spettacolo,i due pezzi si dividono la parte superiore si stapa sul soffitto colorando di marrone tutta la cucina,settimane per togliere il caffe sparso ,li abbiamo solo un bicchiere d'acqua sotto pressione ,cosa potrebbe succedere con un camino che ne contiene molto di piu,provate ad immaginare ...............................................................

  • anonymous
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Giovedì 8 Novembre 2007, alle ore 12:04
    L'argomento è già stato ampiamente trattato, ma ci ritorno ugualmente. non mi risulta che le attuali normative permettano l'installazione di un vaso chiuso sui termocamini. se poi cè chi li fa e li vende, questo è un altro conto. ciao tennison

  • steve57
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Giovedì 8 Novembre 2007, alle ore 21:50
    In effetti di certo nella vita o c'è solo una cosa. Comunque mettendo 2 valvole per sovrapressione e 1 per sovratemperatura acqua è improbabile che tutte e 3 risultino ingrippate e, se la sovratemperatura è tarata a 90 C si potrebbe anche provarla ogni tanto per ulteriore sicurezza.

    Peraltro anche nel jolly-mec la valvola di sovratemperatura che azione il raffreddatore di emergenza potrebbbe ingripparsi.

    Tra l'altro a livello di valvole mi risulta che ci siano aziende italiane come la Caleffi che hanno prodotti di assoluto livello.

    Per quanto riguarda invece le "normative" italiche credo che nel forum sia già stato detto che risalgono a concezioni non sbagliate in sé ma piuttosto arcaiche dal punto di vista tecnologico. La realizzazione di un impianto a vaso aperto nelle villette classiche italiane è comunque complicata. Altra cosa era un impianto centralizzato tipo annni 50-60 con grande vaso aperto sul tetto o sottotetto. Naturalmente è solo la mia opinione.

  • anonymous
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Giovedì 8 Novembre 2007, alle ore 23:11
    Per quanto riguarda invece le "normative" italiche credo che nel forum sia già stato detto che risalgono a concezioni non sbagliate in sé ma piuttosto arcaiche dal punto di vista tecnologico. La realizzazione di un impianto a vaso aperto nelle villette classiche italiane è comunque complicata. Altra cosa era un impianto centralizzato tipo annni 50-60 con grande vaso aperto sul tetto o sottotetto. Naturalmente è solo la mia opinione.

    quindi? ci diciamo al legislatore che lo riteniamo obsoleto, che qui nel forum pensiamo che una cosa sia l'impianto anni 60 e tutt'altra cosa sia un termocamino? oppure non ci diciamo niente e facciamo a modo nostro perché non condividiamo i concetti arcaici?

    ciao tennison

  • claudik
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Giovedì 8 Novembre 2007, alle ore 23:23
    Concordo con l'affermazione che i Jolly mec sono veramente ben fatti. Anzi sono uno spettacolo a vedersi.
    Si possono montare a vaso aperto. Ma sono anche OMOLOGATI a vaso chiuso (gli unici, a quanto ricordo).
    Sono tra i più cari, però sono premontati in fabbrica. L'idarulico fa prima a montarli e NON HA responsabilità sulla sicurezza intrinseca del camino. Deve solo allacciarlo. Valvole di sicurezza e quant'altro è già assemblato.

    non riapriamo però la tematica vaso aperto contro vaso chiuso.

    Spezzando una lancia per i sistemi tipo KLOVER o TIPO MERCURY devo però rimarcare l'ottima idea progettuale alle spalle: quella del vaso aperto come dire..... incorporato...

    Cioè il vaso aperto, in questo tipo di camini. NON E' un bidone da mettere in mansarda. il camino stesso è un grosso vaso aperto (da 100 litri parlando del klover) In pratica il fuoco e il giro fumi scaldano un grosso pentolone ... se manca la corrente... siccome non ha coperchi, perlomeno stagni... non può andare in pressione... non è chiuso... al massimo farà quello che fa una pentola... bolle... (provato con mano)
    POI se qualcuno ha timore che l'acqua si ossigeni corrodendo i tubi... bene. NON PUO' accadere. Perché i tubi dell'impianto, quando entrano nel camino, (si avvolgono in serpetina per 30 metri) sono solo A BAGNO dentro al pentolone che è il camino. Non prendono acqua dal camino. ne sono infatti isolati idraulicamente. E qui c'è l'ulteriore vantaggio, ovvero di poter collegare al camino una caldaia tradizionale... che negli impianti a vaso aperto -date le pressioni di 0.5 bar o meno che i gli impianti a vaso aperto hanno, NON FUNZIONA... Invece nel sistema klover/Mercury l'impianto caloriferi può essere tenuto alla pressione che si vuole e che meglio aggrada la caldaia a gas...anche a 1.5 bar o più... in piena sicurezza.... (l'acqua del camino, quella scaldata dal fuoco, insomma, sarà sempre e solo a pressione ambiente.. e il fuoco la farà al massimo... bollire... (e se cala un galleggiante ne fa entrare di fresca)

    Io comunque, per risolvere i miei problemi, tra cui il fatto di dover mettere il vaso di espansione sul tetto, ho comperato un klover

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