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2009-09-02 11:47:21

Imposizione del tecnico di fiducia


Rolando42
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30 Agosto 2009 ore 17:33 3
Salve avrei bisogno di un consiglio da parte di tutte le persone più competenti, oneste e sensibili di questo forum.
Racconto la storia rischiando di essere un po? ridondante e di scivolare su argomenti personali, ma non me ne vogliate poiché non conosco la materia e non so quali potranno essere gli elementi più utili alle vostre valutazioni.
Vivo con mia moglie in una piccola mansarda di cui sono diventato parzialmente proprietario in seguito ad una recente successione ereditaria. Questo mini-sottotetto che da ora in avanti indicherò per semplicità ?C? si trova in un edificio ubicato al limite, ma comunque immediatamente all?interno, del ?Centro storico? di un piccolo paese. Della ?successione? fa anche parte un altro mini-appartamento ubicato al 2° piano (esattamente sottostante a C), che da ora in avanti indicherò come ?B?.
Per errore B risulta catastalmente monco, da circa 18 anni, di una mini-cucina di circa 6mq. Tale cucina risulta erroneamente facente parte del vano scale e quindi appare come unico blocco con il pianerottolo delle scale.
Il 1° piano del fabbricato, che da ora in avanti indicherò come ?A?, è di proprietà di un?altra famiglia.
Dopo aver raggiunto un definitivo accordo con tutti i miei co-eredi, che vivono lontani dal mio paese, effettuerò a breve la divisione ereditaria che mi consentirà di acquistare tutte le quote di B, ma lasciare C agli altri eredi.
Conoscevo e rispettavo già prima della ?successione? le intenzioni dei co-eredi, sicchè appena mi si è presentata l?occasione, qualche anno fa ho acquistato la mia ?prima casa? costituita da un altro immobile affiancato al vano scale del fabbricato prima descritto, la quale, sebbene avesse necessità di una massiccia manutenzione straordinaria, è fortunatamente ubicata questa volta immediatamente fuori della suddetta zona ?Centro storico?, e costituita da 4 stanze singole distribuite in ragione di una per ognuno dei piani (terra, 1°, 2°e 3°) del suddetto fabbricato.
Da ora in avanti indicherò quest?ultima casa come ?D?
Va altresì precisato che sono un disabile con difficoltà di deambulazione ed anche mia moglie purtroppo ha una disabilità piuttosto seria; pertanto l?acquisto di D con le stanze ?una sull?altra? mi ha consentito di far installare un ascensore per il superamento di barriere architettoniche e poter così raggiungere agevolmente B.
L?ovvio scopo finale, da me non solo ampiamente dichiarato e descritto con tutti i particolari (sia ai miei coeredi che alla famiglia proprietaria di A) ma anche molto evidente per via dei periodici lavori di manutenzione straordinaria, è quello di collegare B e D per farne finalmente un?unica ?prima (e ultima) casa?.
Questo collegamento è subordinato a:
1. il ripristino della corretta situazione catastale di B
2. la cessione (dai miei coeredi e dalla famiglia proprietaria di A, a me) della proprietà del pianerottolo in comune di circa 2mq che separa le 2 case B e D
3. l?apertura di un vano porta nella muratura (avente circa 30 cm di spessore) che separa D dal pianerottolo stesso
4. la rimodulazione delle sole rampe di scale che portano da B a C, effettuabile credo anche senza interventi strutturali poiché i nuovi gradini, essendo leggermente più ripidi degli attuali potrebbero essere non solo fatti di materiali leggeri, ma persino semplicemente aggiunti agli esistenti senza peraltro aumentarne il peso (rimuovendo le attuali mattonelle che li rivestono e creando delle adeguate alzate in legno)
Per quanto riguarda i miei coeredi, nessun problema.
La famiglia proprietaria di A fino a poco più di un anno fa aveva assunto transitoriamente nei miei confronti un comportamento abbastanza corretto, visto forse che (nonostante i problemi di salute ed economici della mia famiglia) mi ero reso disponibile ad accollarmi completamente delle spese condominiali anche consistenti che non mi competevano completamente, come ad esempio il rifacimento completo del tetto di D giacente per metà anche su A. D?altra parte la persona della mia famiglia che è venuto a mancare raccomandava sia a me che ai miei co-eredi di essere sempre benevoli con i proprietari di A considerandone le presunte difficoltà economiche.
A dire il vero molti nostri vicini e persino alcuni parenti della famiglia proprietaria di A cercavano di ?aprirmi gli occhi? spiegandomi come già da qualche anno questa famiglia adottasse una strategia snob ed ?isolazionista? creando tante assurde beghe. Malauguratamente la fiducia nel prossimo ed il voler ascoltare le raccomandazioni del caro estinto stanno ora danneggiando sia me che mia moglie.
In quest?ultimo anno purtroppo la famiglia in questione ha acquisito una forte parentela con un?altra famiglia dalle notevoli possibilità economiche, comportandosi di male in peggio sia nei confronti miei che di tutti i proprietari degli edifici immediatamente confinanti. Con la sua ?mira espansionistica? ha acquistato un immobile e dei magazzini da ristrutturare attigui ad A, e durante i conseguenti lavori ha persino esasperato alcuni vicini che hanno dovuto subire deliberatamente dei danni alle murature portanti della propria casa, facendoli così giungere ad un passo dal chiamare le forze dell?ordine.
Proprio in questi giorni, quando ormai sto per acquisire la proprietà di B, i proprietari di A hanno creato un ostacolo che a me ed a mia moglie sembra tra il pretestuoso e il ridicolo.
In presenza del mio geometra di fiducia ho chiesto loro di potermi far realizzare, tramite un regolare progetto ed a mie spese, i suddetti 4 punti.
Mi hanno risposto: ?Assolutamente no, a meno che tu non metta per iscritto che un qualunque intervento strutturale da te richiestoci, anche se approvato e sottoscritto da un tecnico abilitato, sia di tua fiducia che super partes, debba essere sottoposto al giudizio insindacabile di un nostro tecnico di fiducia; e se questo nostro tecnico di fiducia riterrà, pur motivandolo, tale progetto irrealizzabile o anche minimamente pericoloso per la solidità dell?edificio, allora ti asterrai da qualunque intervento o ricorso.?
Va detto, infine, che questo loro ?tecnico di fiducia? è lo stesso ingegnere che una ventina di anni fa progettò la ristrutturazione di una parte mansardata della casa A. Questo tecnico incredibilmente allora consentì, proprio in corrispondenza di un muro di sostegno, di separazione tra D (allora di altro proprietario) ed A, sia di realizzare un ?cordolo di coronamento? completamente monco su quel muro, sia di lasciare in quello stesso muro un vano porta sormontato da una piattabanda in legno ormai indebolita e col tempo incurvatasi pericolosamente verso il basso. Queste due azzardate ?concessioni? che costituiscono in modo evidente dei punti critici strutturali di A (e quindi credo anche della confinante B) sono state due mesi fa evidenziate da un mio tecnico di fiducia intervenuto, su richiesta degli stessi proprietari di A, per fare un sopralluogo avendo io, come conseguenza della semplice rimozione del vecchio intonaco interno di D, provocato di recente una piccola lesione, che sto per sanare a mie spese, ad una parte del tetto di A esattamente in corrispondenza dei suddetti punti critici.
La domanda è: visto che la loro richiesta tende a volermi far ?buttare da solo la zappa sui piedi?, esiste un modo per rendere ragionevoli queste persone senza dover necessariamente essere ancora una volta accomodante ed accondiscendente?

Scusatemi per la lunga descrizione. Spero possa essere utile a tutti.

Un infinito ?grazie? in anticipo da me e da mia moglie a tutti quelli che prenderanno a cuore la nostra vicenda.
  • consulente
    Consulente Ricerca discussioni per utente
    Lunedì 31 Agosto 2009, alle ore 14:09
    La situazione è la seguente:
    1) la variazione catastale non presenta particolari problemi e laddove vi sia difformità tra proprietà indicata negli atti d'acquisto dei pubblici registri e piantine catastali è una mera formalità;
    2)tutti gli interventi sulle parti comuni necessitano sempre del consenso degli altri condomini (le rammento che le norme sul condominio si applicano anche nei casi di c.d. condomini minimi, ossia quelli con due partecipanti). Le norme cui deve fare riferimento per gli interventi che ci descrive sono sostanzialmente l'art. 1102, primo comma, c.c.
    Art. 1102 Uso della cosa comune
    Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. A tal fine può apportare a proprie spese le modificazioni necessarie per il migliore godimento della cosa.
    e l'art. 1122 c.c.
    Art. 1122 Opere sulle parti dell'edificio di proprietà comune
    Ciascun condomino, nel piano o porzione di piano di sua proprietà, non può eseguire opere che rechino danno alle parti comuni dell'edificio.
    Naturalmente il consenso degli altri non può essere rimesso al loro puro arbitrio. In considerazioni di ciò e
    tenendo presente che l'eventuale dissenso ad oltranza dei vicini potrebbe rallentare il suo progetto fino a portarla ad un contenzioso, forse le converrebbe proporre ai suoi vicini la scelta di un tecnico terzo ed imparziale rispetto ai vostri che valuti la situazione.

  • rolando42
    Rolando42 Ricerca discussioni per utente
    Mercoledì 2 Settembre 2009, alle ore 10:06
    Innanzitutto grazie per la risposta e per i consigli, che sono giustissimi e propongono la soluzione più equa. Le posso dire che, già in questa prima riunione, ho fatto loro la controproposta di incaricare un tecnico super partes, ma insistono nel dire: ?Si fa come diciamo noi o non se ne fa niente. Vogliamo che tu sottoscriva che ti rimetterai comunque al giudizio insindacabile del nostro tecnico di fiducia che, se riterrà l?intervento strutturale di apertura vano porta irrealizzabile o anche minimamente pericoloso per la solidità dell?edificio, allora ti asterrai da qualunque intervento o ricorso?. Penso che neanche la più sprovveduta delle persone firmerebbe una tale dichiarazione capestro. Io e mia moglie pensiamo che sia un pretesto per portarci ad un lungo contenzioso. Ovviamente non vorremmo arrivare a questo, ma se questa fosse l?estrema ratio, possono essere utili le seguenti considerazioni? :

    ? io e mia moglie abbiamo entrambi il riconoscimento dell?invalidità civile e della legge 104/92
    ? l?immobile da collegare a quello dov?è installato l?ascensore per superamento barriere architettoniche, sarebbe diversamente raggiungibile solo attraverso l?attuale scala, e ciò implicherebbe il ?danno biologico?
    ? il vano porta di cui chiediamo l?apertura, in sostanza l?unico intervento strutturale richiesto, è esattamente sovrastante (stesso muro, stesso asse) a quello già da loro stessi aperto quando hanno ristrutturato la loro casa oltre quindici anni fa senza alcuna opposizione, anzi semmai persino ricevendo da parte mia degli aiuti economici.


    Grazie ancora per l?attenzione e la cortesia mostrataci.

  • consulente
    Consulente Ricerca discussioni per utente
    Mercoledì 2 Settembre 2009, alle ore 11:47
    Consulti la legge 13/89 sull'eliminazione delle barriere architettoniche:
    http://www.handylex.org/stato/l090189.shtml
    Se crede che la sua situazioni rientri nei casi descritti e se i suoi vicini si ostinano nelle loro pretese, le conviene rivolgersi ad un avvocato per valutare la soluzioni migliore dal punto di vista legale

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