Ciao a tutti,
ho un problema con il TOP in quarzite della cucina.
Ci è stata consegnata (luglio 2007) la cucina con strisce evidenti di colore biancastro su tutta la penisola e su altre parti del piano (stiamo parlando di circa 3,5 m lineari di piano).
L'arredatore ha subito ammesso il problema (cominciando a riversare le responsabilità sul suo sub-fornitore). Dopo 4 mesi di botta e risposta, il sub-fornitore si presenta, ammette il problema e fa un trattamento (traumatico della durata di tre ore) su tutto il piano, levigando e facendo un discreto "buttasù".
Dopo 48 ore, notiamo che l'intervento è stato insoddisfacente (macchie disomogenee, imperfezioni, sono apparse strisce bianche ancora peggiori dietro ai fornelli ed al lavello). L'arredatore ci da ragione, ed è solidale con le nostre motivazioni: "Il top ha dei problemi, non sono riusciti a risolverli con un intervento, occorre sostituirlo"
Il sub-fornitore, con un suo rappresentate, insiste per verificare dal vivo i danni.
Si presentano 2 mesi dopo sia il tecnico che ha eseguito il trattamento sia il rappresentante di zona del sub-fornitore. La discussione è accesa, ma soprattutto il tecnico che ha effettuato il trattamento ammette di avere dubbi riguardo ad un altro intervento risolutore (se non forse trasportando tutto il piano in azienda). In tutto ciò l'arredatore ci appoggia e continua a portare avanti la tesi della sostituzione. Il rappresentante prova ad addurre scuse dovute al calcare o alla polvere (il top è leggermente poroso) ma alla fine sembrava quasi decisa la sostituzione.
L'arredatore ed il tecnico dunque ci invitano a scegliere un altro materiale e di conseguenza l'arredatore ci presenta le alternative e ci produce addirittura un preventivo per verificare la differenza di prezzo (scegliamo di allungare il piano di 30 cm).
Dopo un altro mese, al contrario, il sub-fornitore comunica all'arredatore di non accettare la sostituzione e l'arredatore smette di difenderci. La loro proposta è un nuovo intervento in ditta lasciandoci senza TOP una settimana (almeno). L'arredatore comincia ad assumere un atteggiamento più freddo. Ricordo che al momento sono passati 7 mesi dalla consengna della cucina.
Molto semplicemente nè l'arredatore nè il sub-fornitore vogliono rimetterci ed il consumatore sarà l'unico a pagare. Ma per fortuna che non ho ancora finito di pagare l'arredatore.
Io ho scritto un fax al mio arredatore spiegando nel dettaglio come sono avvenuti i fatti e richiedendo formalmente l'applicazione dell'articolo 130 comma 7 del codice del consumo ovvero la sostituzione oppure un risarcimento:
" Il consumatore può richiedere, a sua scelta, una congrua riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto ove ricorra una delle seguenti situazioni:
a) la riparazione e la sostituzione sono impossibili o eccessivamente
onerose;
b) il venditore non ha provveduto alla riparazione o alla sostituzione del bene entro il termine congruo di cui al comma 5;
c) la sostituzione o la riparazione precedentemente effettuata ha arrecato notevoli inconvenienti al consumatore.
?
Mi sono inoltre riferito al mio arredatore come unico interlocutore in questa questione, tralasciando il loro sub-fornitore.
Vorrei un parere di questa infinita vicenda, poichè non vorrei cominciare una vicenda legale. Potremo eventualmente far partecipare al forum l'arredatore stesso (fornendovi le credenziali) che potrà dare la sua versione. Ho il sospetto che tali casi (di rimbalzo di responsabilità) siano frequenti.
Grazie in anticipo
Enrico Brighi