Radiatori in ghisa e in ferro: come riconoscerli e valutarne il recupero

Sono in procinto di ristrutturare una casa dei primi del 900 con radiatori esistenti che pensavo essere in ghisa e che quindi vorrei mantenere anche perché in oggettive buone condizioni. L'idraulico li ha visti e mi ha detto che sono in ferro e non in ghisa, giungendo a tale conclusione utilizzando una calamita che su questi faceva presa. Sostiene che essendo in ferro e non sapendo come sia la situazione interna qualora fossero arrugginiti potrebbero avere una durata limitata potendoli effettivamente ripristinare solo fuori.
Mi chiedo quanto segue:
- la ghisa è comunque una lega di FERRO e carbonio,in effetti non mi risulta che faccia la ruggine e francamente non so come si comporti con la "prova calamita", ma quindi cosa intendono quando mi dicono che i termosifoni sono di ferro? SOLO ferro?
- ammesso che siano quindi di ferro pur facendo una pulizia interna degli stessi non è detto che scongiuri il rischio di peggioramenti dell'eventuale processo di ruggine interno? che per altro non saprei come valutare?
- è possibile di larga massima stimare quanto possa costare recuperare dei radiatori esistenti in ghisa/ferro considerando smontaggio, lavaggio, ripitturazione e reinstallazione?
Mi piacerebbe recuperarli anche per questioni estetiche ma francamente il gioco rischia di diventare più dispendioso che prenderne di nuovi e anche di offrire meno garanzie di durata degli elementi radianti nel tempo...
Grazie