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2006-11-10 08:50:22

Una casa...2 proprietari...aiuto!!!


Anonymous
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07 Novembre 2006 ore 14:24 8
Innanzitutto ciao! Vi spiego brevemente il mio problema:
l'anno scorso mio fratello ed io abbiamo ereditato un appartamento, per qualche mese di comune accordo lo abbiamo affittato ad un amico, il quale prima dell'estate ha lasciato l'appartamento;
mio fratello voleva affittarlo nuovamente però visto che tra di noi spesso ci sono delle divergenze abbiamo deciso, sempre di comune accordo di venderlo. Mio fratello si è proposto di acquistare la mia parte ad una cifra ridicola e fuori mercato per il prezzo dell'immobile, io non ho accettato e abbiamo così abbiamo messo in vendita l'appartemento tramite un'agenzia ad una cifra definita da mio fratello "pura follia" (perché di quasi 100.000? superiore a quello che lui aveva proposto a me), dopo soli 2 mesi abbiamo avuto la prima offerta inferiore di soli 10.000 alla cifra richiesta, con grande entusiasmo lo contatto per comunicargli la cifra e lui mi stupisce dicendomi che non accetta perché ci è stato offerto meno della cifra pattuita ...adduce altre futili motivazioni senza farmi replicare...ora la domanda è questa: da un punto di vista legislativo in che modo mi posso tutelare per evitare di perdere tempo con una persona che un giorno dice una cosa ed un altro cambia idea? mi sembra ovvio che in una vendita raramente ti venga offerta la cifra richiesta e che comunque si tiene sempre presente che ci potrà essere un certo margine di trattativa no?!
secondo voi potrei vendere solo la mia metà? come faccio a metterlo alle strette x vendere?? grazie in anticipo per qualsiasi suggerimento.
Nicola
  • nabor
    0
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    Martedì 7 Novembre 2006, alle ore 15:37
    Innanzitutto ciao! Vi spiego brevemente il mio problema:
    l'anno scorso mio fratello ed io abbiamo ereditato un appartamento, per qualche mese di comune accordo lo abbiamo affittato ad un amico, il quale prima dell'estate ha lasciato l'appartamento;
    mio fratello voleva affittarlo nuovamente però visto che tra di noi spesso ci sono delle divergenze abbiamo deciso, sempre di comune accordo di venderlo. Mio fratello si è proposto di acquistare la mia parte ad una cifra ridicola e fuori mercato per il prezzo dell'immobile, io non ho accettato e abbiamo così abbiamo messo in vendita l'appartemento tramite un'agenzia ad una cifra definita da mio fratello "pura follia" (perché di quasi 100.000? superiore a quello che lui aveva proposto a me), dopo soli 2 mesi abbiamo avuto la prima offerta inferiore di soli 10.000 alla cifra richiesta, con grande entusiasmo lo contatto per comunicargli la cifra e lui mi stupisce dicendomi che non accetta perché ci è stato offerto meno della cifra pattuita ...adduce altre futili motivazioni senza farmi replicare...ora la domanda è questa: da un punto di vista legislativo in che modo mi posso tutelare per evitare di perdere tempo con una persona che un giorno dice una cosa ed un altro cambia idea? mi sembra ovvio che in una vendita raramente ti venga offerta la cifra richiesta e che comunque si tiene sempre presente che ci potrà essere un certo margine di trattativa no?!
    secondo voi potrei vendere solo la mia metà? come faccio a metterlo alle strette x vendere?? grazie in anticipo per qualsiasi suggerimento.
    Nicola

    ciao,
    lo scioglimento della comunione è lo strumento giuridico finalizzato allo scopo: si ottiene con sentenza del Giudice, previa consulenza tecnica d'ufficio sul valore. La procedura inizia con atto di citazione avanti il Tribunale competente, che è quello in cui, nel caso, si trova l'immobile oggetto di comunione

  • anonymous
    0
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    Martedì 7 Novembre 2006, alle ore 16:05
    Ma i tempi quali sono?

  • condominiale
    0
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    Martedì 7 Novembre 2006, alle ore 16:51
    I tempi sono biblici!

    Le norme sono contenute negli art. dal 1111 al 1116 del Codice Civile.

  • nabor
    0
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    Mercoledì 8 Novembre 2006, alle ore 11:28
    Ciao, i tempi dipendono dal Tribunale, più il Foro ha contenzioso, più si allungano. Il Nostro Foro (Milano) per uno scioglimento di comunione va da un anno, in caso non serva la CTU, a due/tre, in caso la consulenza tecnica si renda necessaria

  • anonymous
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Mercoledì 8 Novembre 2006, alle ore 11:37
    è stata fatta da un geometra, con tanto di certificazione 6 mesi fa, però non so se può valere anche in tribunale.
    Una domanda: ma al momento dello scioglimento cosa succede? si procede con un'asta?

  • nabor
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Mercoledì 8 Novembre 2006, alle ore 13:24
    è stata fatta da un geometra, con tanto di certificazione 6 mesi fa, però non so se può valere anche in tribunale.
    Una domanda: ma al momento dello scioglimento cosa succede? si procede con un'asta?

    Se la relazione peritale è accettata da entrambi, non serve un'altra d'ufficio, e si risparmia molto tempo. Non si procede ad un'asta vera e propria, ma, nella domanda di divisione, l'interessato può chiedere l'attribuzione del bene, versando il corrispettivo per l'altra o le altre quote di comunione, anche se non vi è accordo iniziale sul valore dell'immobile

  • anonymous
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Mercoledì 8 Novembre 2006, alle ore 13:53
    Ma nel caso in cui chi chiede lo scioglimento non voglia acquistare l'altra parte (...non ho i soldi!) e neanche l'altro voglia procedere in tal senso cosa succede?
    grazie in anticipo
    sei gentilissimo!

  • nabor
    0
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    Venerdì 10 Novembre 2006, alle ore 08:50
    Ciao, è previsto dal codice di procedura civile (art. 788 cpc) che il Giudice possa ancha ordinare anche l'incanto, se la divisione non può avvenire altrimenti...il Giudice, se ritiene, può delegare un professionista a seguire le fasi della vendita

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