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2005-10-25 17:38:52

Recupero sottotetto - 3424


Anespola
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19 Ottobre 2005 ore 14:52 3
Buongiorno,
ho da tempo firmato un compromesso per l'acquisto di un appartamento in villa trifamiliare.
Al momento della stipula del compromesso il venditore ha spergiurato che le camere sottotetto fossero abitabili.
Non fidandomi della semplice parola ho preteso che nella planimetria allegata al compromesso fosse indicato abitabile in corrispondenza di tutti i locali sottotetto e che la dicitura fosse firmata da me e dal venditore.
Adesso alle porte dell'atto risulta che le camere non sono abitabili, nel senso che nessuno si è mai preoccupato di ottenere il certificato di agibilità da parte dell'ufficio competente.
Il geometra del comune, e del venditore per inciso, sostiene che l'abitabilità può essere concessa solo dopo aver istruito la pratica del recupero del sottotetto e averne ottenuto risposta affermativa.
Ho proposto, ma sono ancora in attesa di risposta, che l'atto venga posticipato in modo che il venditore produca la documentazione necessaria e, facendosi carico delle spese, possa ottenere l'abitabilità oltre al recupero del sottotetto.
Come devo comprotarmi se ostinatamente mi si chiede di rispettare la data prefissata per l'atto sapendo che per quel giorno i certificati di abitabilità non potranno essere sicuramente rilasciati?
Se passo alle vie legali, la dicitura controfirmata nel compromesso è impugnabile?

GRAZIE
  • gigi0
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Domenica 23 Ottobre 2005, alle ore 15:47
    L'immobile non corrisponde a quanto pattuito, quindi pretendi categoricamente che il progetto di recupero del sottotetto venga presentato ed approvato; solo allorquando tutto sia in regola e sia stata presentata la richiesta di certificato di agibilità, previo accatastamento, potrai procedere al rogito.

    Se accettassi di stipulare l'atto notarile, accetteresti anche contemporaneamente una situazione di fatto che ti precluderebbe ogni azione futura.

    La fretta del venditore non è affar tuo!

    Ciao.

    Gigi

  • anespola
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Martedì 25 Ottobre 2005, alle ore 12:55
    Grazie Gigi,
    ci sono stati sviluppi in merito.

    Un breve riassunto:
    sul compromesso viene da me scritto che i locali sottotetto sono dichiarati abitabili e il venditore controfirma.
    Alle porte dell'atto si scopre che manca l'abitabilità.
    Dopo vari vicessitudini.....

    il venditore è intenzionato a procedere ad un cambio di destinazione dei locali sottotetto trasformandoli e accatastandoli come camere.
    Dopo l'accatastamento quasi tutto è in regola ma non tutto, vero?

    Infatti, mi pare di aver capito che
    l'accatastamento in camere, dietro presuppongo accettazione di un piano di costruzione e pagamento di oneri di costruzione e urbanizzazione, è un passo necessario, prioritario ma non sufficiente perché il sottotetto e le sue camere siano dichiarate abitabili.
    Occorre il CERTIFICATO DI ABITABILITA'.
    Mi chiedo: ma perché un documento che puo essere ottenuto dietro una richiesta in carta da bollo e una spesa di circa 70 euro possa spaventarlo a punto tale da impuntarsi nella sua decisione?

    Alcuni sostengono che se dopo il cambio di destinazione d'uso viene chiesta e ma non concessa l'abitabilità si ha l'obbligo di pagare una salata multa oltre a quello di distruggere quanto costruito, è vero?

    Grazie.

  • gigi0
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Martedì 25 Ottobre 2005, alle ore 17:38
    Non conoscendo la legge sul recupero dei sottotetti della regione Piemonte, non posso formulare ipotesi che potrebbero rivelarsi scorrette.

    In linea di massima però dovrebbe essere edificata la casa come da progetto (quindi con sottotetto agibile, ma non abitabile) e solamente a posteriori dovrebbe essere richiesto, con nuovo progetto, il recupero del sottotetto a fini residenziali.

    Presumo che invece sia stato già fatto tutto, meno la presentazione del progetto ed ottenimento del relativo atto di assenso.

    Se così fosse, le opere eseguite in difformità dal progetto approvato sarebbero abusive e per la loro sanatoria (se ammissibile) bisognerebbe presentare la domanda, corredata dai disegni, ecc. ecc., con pagamento di una sanzione (probabilmente modesta - 516? per l'omessa presentazione di DIA).

    L'accatastamento è un atto conseguente e necessario sia per la richiesta di agibilità, che per la compravendita, ma non è certamente legittimante di una situazione urbanisticamente scorretta.

    Nelle more della sanatoria edilizia, ti sconsiglio di formalizzare la compravendita: "alcuni" sostengono il vero, cioè, se per qualche malaugurato motivo non fosse possibile sanare l'abuso commesso, vi sarebbero guai molto seri, proprio quelli palesati.

    Ciao.

    Gigi

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