Salve a tutti! Da pochissimo tempo, dopo immense peripezie che ci hanno visti combattere su più fronti (tecnico, legale e burocratico), io ed il mio fidanzato siamo finalmente riusciti a prendere possesso della casa da lui ereditata, oggetto di lavori di ripristino ex lege 219/81 (terremoto dell'Irpinia del 1980). Manco a pensare a come eravamo felici di poterci andare finalmente ad abitare, dopo 20 giorni dall'allaccio alla rete idrica si è presentata una massiva perdita d'acqua (probabilmente dalla tubatura portante dell'impianto) che ha saturato tutto il solaio di calpestio, e, fuoriuscendo da un battiscopa, ha tra l'altro invaso anche l'immobile del piano di sotto.
Chiaramente, appena constatato l'accaduto abbiamo inviato all'impresa e al direttore dei lavori una comunicazione ai sensi dell'art.1667 c.c., diffidandoli ad intervenire ad horas. L'impresa non si è degnata neanche di ricontattarci. Il d.l., invece, è anche venuto a prendere visione dei luoghi, ma ha già fatto capire le sue intenzioni di lavarsene completamente le mani.
Ci siamo informati sull'entità dei lavori a farsi, e purtroppo ci è stato detto che sarà necessario "alzare" il pavimento fino a quando non sarà localizzata la perdita, per cui temiamo che la spesa non possa essere inferiore ai 5.000 euro, che al momento per noi sono un'enormità, viste le somme già spese per il ripristino dell'appartamento.
L'intenzione, naturalmente, è quella di agire in danno dell'impresa, ma nel caso in cui il proprietario dell'appartamento sottostante ci chieda - giustamente - un risarcimento danni, è possibile chiamare in causa anche in quel caso l'impresa, senza essere costretti ad anticipare la somma?