Nel mio appartamento al settimo ed ultimo piano di un condominio con caldaia centralizzata è stata appena terminata una ristrutturazione che ha riguardato anche gli elementi di riscaldamento.
Al posto dei miei vecchi radiatori mi hanno installato radiatori alti (estetici o d'arredo che dir si voglia) più due scaldasalviette nei bagni.
All'avvio dell'impianto, che tra l'altro è stato nel contempo convertito a metano, ho iniziato ad avere problemi. I radiatori erano sempre pieni d'aria al punto da doverli spurgare più volte al giorno. L'impresa che mi ha effettuato i lavori ha deciso di installarmi delle valvole a sfogo automatico (jolly, se ho capito bene) per evitarmi la scocciatura. Ora, alcune settimane dopo l'avvio dell'impianto, i radiatori iniziano ad essere caldi nella parte alta e tiepidi in quella bassa mentre i due scaldasalviette sono per metà tiepidi e per metà quasi freddi.
Mi sto lamentando con l'impresa di ristrutturazione ma loro danno la colpa all'impianto condominiale, sostenendo che la conversione a metano non è stata fatta a regola d'arte e che la pressione non è sufficiente ad alimentare l'ultimo piano. L'impresa che gestisce l'impianto condominiale da la colpa a chi ha eseguito la ristrutturazione sostenendo che all'ultimo piano NON BISOGNEREBBE installare termoarredi alti e scaldasalviette.
Ammesso e non concesso che il funzionamento dei radiatori sia accettabile mi chiedo come mai i due scaldasalviette siano quasi freddi. Per la precisione devo dire che uno in particolare è stato montato abbastanza in alto ed entrambi in una posizione diversa da prima dei lavori. La mia impresa dice che è giusto così perché gli scaldasalviette sono meno efficienti il che unito alla presunta scarsa pressione mi da questo risultato
Io sono tra due fuochi e non so che pesci pigliare, qualcuno mi sa dare un parere?
Grazie