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2018-02-28 12:06:03

Amministratore per case popolari?


Salve a tutti.
Vi espongo un problema che non riguarda me personalmente, ma mio zio ultraottantenne e tanto cocciuto.
Negli anni ottanta, in Veneto, gli è stato assegnato un alloggio popolare.
Lui mi dice che ha sempre pagato bollette di parti in comune, quali luce ed acqua e soprattutto ha avuto a che fare solo con l'ente di questi alloggi.
Premetto che alcuni di questi alloggi negli anni sono stati riscattati.
Da qualche anno vi è un amministratore di condominio.
Mio zio continua a ripetere che è stato nominato e voluto solo dai pochi proprietari.
L'amministratore sta mandando diversi solleciti di pagamento, anche con minacce del tipo che potrebbe perdere l'alloggio.
Mio zio non vuole pagare perché dice che non riguarda lui ma l'ente.
Sto cercando di capirci qualcosa e mi rivolgo a Voi..:
1) È giusto che degli alloggi popolari, anche assegnati con vecchi contratti degli anni 80, abbiano un amministratore?
Chi deve nominarlo?
2) I contratti vecchi di assegnazione rimangono validi così come stipulati oppure negli anni devono adeguarsi alle leggi in materia?
Spero possiate darmi delle dritte ad aiutare un cocciuto, buono come il pane, vecchietto.. Grazie
  • lucag1979
    Lucag1979 Ricerca discussioni per utente
    Giovedì 8 Febbraio 2018, alle ore 11:31
    Quando in un edificio costruito in edilizia popolare anche una sola casa diviene di proprietà eslcusiva, allora quell'edificio diventa un condominio. I rapporti con l'amministratore li deve avere il proprietario. Per la posizione di tuo zio, cioè per capire se si comporta correttamente, bisognerebbe valurare il tutto carte alla mano, magari con l'aiuto di un'associazione di inquilini.

  • jovis
    Jovis Ricerca discussioni per utente Lucag1979
    Lunedì 12 Febbraio 2018, alle ore 12:18
    Quando in un edificio costruito in edilizia popolare anche una sola casa diviene di proprietà eslcusiva, allora quell'edificio diventa un condominio. I rapporti con l'amministratore li deve avere il proprietario. Per la posizione di tuo zio, cioè per capire se si comporta correttamente, bisognerebbe valurare il tutto carte alla mano, magari con l'aiuto di un'associazione di inquilini.
    Nulla da dire su quanto dici Luca,ma io penso che sia giusto che la nomina dell'amministratore avvenga da una assemblea di condomini.

    Cmq, è solo un mio pensiero può darsi che io la veda diversamente da altri.:-((

  • manuelamargilio
    Manuelamargilio Ricerca discussioni per utente
    Mercoledì 28 Febbraio 2018, alle ore 08:24
    Buongiorno, in riferimento al quesito proposto, mi sento fare qualche considerazione in merito alla nuova disciplina del Condominio e all’impatto della stessa sull’edilizia popolare.Secondo il disposto contenuto nell’articolo 1129 del codice civile, quando i condomini sono più di 8 è necessario nominare un amministratore. L’articolo, oggetto di riforma, prevede, all’ultimo comma che le norme si applicano anche agli edifici di alloggi di edilizia popolare.La legge ha dunque voluto parificare totalmente il regime condominiale tra gli immobili di edilizia privata agli immobili di edilizia popolare.

    La norma in esame si applica esclusivamente ai casi di condominio completamente ceduto in proprietà a terzi (riscattato dall’assegnatario) o ai casi di condominio misto (come quello di cui si tratta) dove l’ente pubblico case popolari, ha ceduto solo alcuni immobili del fabbricato, riservandosi la proprietà di altre unità immobiliari.
    Caso diverso è ancora il condominio in gestione dove vi sono esclusivamente assegnatari.

    In conclusione, venendo al nostro caso, l’assemblea con i proprietari deve nominare un amministratore (diversamente non si è in regola con il fisco) che provvederà a riscuotere il pagamento delle spese/oneri condominiali, richiedendole dunque anche agli assegnatari, per la parte di loro competenza.
    Saluti

  • lucag1979
    Lucag1979 Ricerca discussioni per utente
    Mercoledì 28 Febbraio 2018, alle ore 12:06
    Attenzione: nel caso di condominio misto, l'assegnatario è tenuto al pagamento non verso il condominio, ma verso l'ente proprietario che ha provveduto all'assegnazione. Che la prassi porti a far sì che l'assegnatario paghi la propria quota direttamente nelle mani dell'amministratore non vuol dire che esso sia obbligato nei confronti del condominio.

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