A chi intestare casa se ne possiedi già una

Buongiorno, sono sufficienti:
1) una scrittura privata tra Voi, in cui si specifichino i termini dell'accordo
2) la documentazione del contributo economico di ognuno (copia assegni, bonifici ecc.)

Innanzitutto grazie per la consulenza, poi avrei altre domande da sottoporLe:
1-facendo come mi ha suggerito, io tutelo "l'investimento" del mio compagno, ma non gli garantisco l'eventuale importo rivalutato se tra x anni dovessi vendere, giusto? in caso fosse così è possibile aggiungere nella scrittura che una volta venduto l'immobile a lui spetterebbe il 50% del ricavato?
2-con questa scrittura lui avrebbe modo di decidere in merito ad una eventuale vendita? o la decisione essendo io unica proprietaria spetterebbe solo a me?se così fosse, ritiene utile l'usufrutto?
in questo caso come faccio a calcolare le spese dell'atto? inciderebbe il fatto che lui è già proprietario di un alrtro immobile?
scusi le 1000 domande ma la situazione è un po' complessa, grazie

La scrittura può senz'altro prevedere l'eventuale rivalutazione, a tutela d'entrambi, e così pure sull'ipotetica vendita a terzi.
A quali spese si riferisce? o meglio, a quale atto?

Ti conviene sottoporre la questione direttamente al notaio con cui rogiterai: gli acquisti "qui pro aliud" sono molto frequenti e il notaio saprà indicarvi il sistema migliore per tutelare entrambi. Tieni presente anche che se uno di voi due dovesse morire e non siete sposati si porrebbe il problema della successione nei riguardi dei famigliari. Saluti.

L'esperienza insegna che una "scrittura privata" affinché abbia valore e sia opponibile a terzi, deve essere "registrata".

Una scrittura privata di questo tipo (indicante somme pattuite tra le parti), sconta sensibili oneri di registrazione.

Conviene farsi consigliare dal notaio la miglior via per poter abbattere i relativi costi burocratici.

Non me ne voglia l'amico barese, ma la registrazione della scrittura privata serve solo per l'opponibilità ai terzi. Nel caso specifico, quindi, non è necessaria, purchè autografa.

Ripeto, in base al D.P.R. n. 131 del 26 aprile 1986, nel caso descritto, una scrittura privata "non registrata" potrebbe non avere alcun valore.

Nella scrittura privata indicata viene certificato un "valore", quindi un onere economico.

Secondo la norma quindi è prevista la registrazione (onerosa) per le scritture private non autenticate con oggetto la cessione di beni (in questo caso è ben evidenziato un valore) o la prestazione di servizi in cui non sia stata applicata l'IVA (tra privati).

Sempre secondo la norma ecco perché ho indicato la necessità del versamento di un importo percentuale sul valore dell'atto da registrare.

In conclusione, ricorrere alla sola scrittura privata (anche autenticata) non registrata, potrebbe dare la possibilità ad una delle due parti che in futuro diventi dissenziente, di invalidare l'originale accordo.
Si creerebbero quindi controversie che potrebbero avere uno sbocco diverso dalle intenzioni iniziali delle parti in causa.

Un pò di dialettica non guasta. La registrazione è una cautela supplementare, ma non è in grado d'invertire quelli che sono gli ordinari strumenti probatori, compreso l'onere sottostante, ovviamente. Nel caso di specie, parliamo d'un accordo in cui la registrazione sarebbe volontaria.