Ciao a tutti!
Nella nostra ricerca di una casa nuova (resa ancora più urgente dalla mia gravidanza... ), ci siamo imbattuti in una situazione particolare e vorrei un vostro parere.
Tramite agenzia, abbiamo organizzato un appuntamento per una casetta... andiamo sul posto con l'agente immobiliare, e quando si apre la porta, sorpresona! E' un collega di mio marito!
La "comunicazione" tra mio marito e il collega non è avvenuta direttamente per puro caso, quindi il fato ha voluto che il contatto si sia verificato tramite agenzia immobiliare.
A questo punto, data la fiducia tra mio marito e il collega, la trattativa è iniziata (e sarebbe arrivata a buon fine) in sede separata, senza il minimo intervento dell'agenzia. Abbiamo provato a chiedere alla agenzia stessa di riconoscere il fatto che la vendita avviene proprio per tale fiducia, e quindi di ridurre le provvigioni (al momento chiedono il 3% al venditore e il 4% al compratore). La nostra proposta è stata del 2% per parte, considerando che l'agenzia ha in mano la casa da nemmeno un mese e ha portato, oltre a noi, un solo cliente.
L'agenzia ha rifiutato sdegnosamente e pretende di mantenere intatte le provvigioni.
A questo punto si può fare qualcosa? Non voglio disconoscere all'agenzia i propri meriti, ma mi secca davvero molto pagare una cifra elevata per un'attività di intermediazione che in pratica non si è nemmeno svolta. La proposta del 2% ci sembrava adeguta, ma la risposta è stata diciamo "aggressivamente" negativa, e arricchita di tutti i particolari legali che sottendevano il messaggio "non provate a fare i furbetti altrimenti sono guai grossi".
Cosa mi suggerite? Ripeto: non voglio gabbare l'agenzia, semplicemente pagare il giusto compenso per il lavoro da loro svolto.
Faccio notare che la nostra proposta si configurava come una penale, quindi l'agenzia non avrebbe avuto più nessun obbligo di assistenza nei nostri confronti per il resto della trattativa.
Grazie!