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2018-03-31 20:54:51

Invio comunicazioni condominiali per email


Salve a tutti,
vorrei esporre ai più informati una problematica/riflessione che si sta creando nel condominio dove abito composto da 13 famiglie e suddiviso in due palazzine.
Il nostro amministratore per qualsiasi cosa invia raccomandate, a volte per abbreviare i tempi invia anche quelle più celeri a prezzi più alti e poi a fine anno ci presenta il conto...
Vorrei chiedere:
- Sotto nostra richiesta scritta e responsabilità (di tutti i condomini o va bene solo la mia scala?) possiamo chiedere che le comunicazioni ci pervengano per mail semplice e quindi rispondendo alla stessa per dare prova della ricezione?
Lui dice che ci vuole la PEC, ma nella nostra scala c'è l'ha solo una persona.
Eventualmente delegare quest'ultima?
Le spese postali vorremmo se non eliminarle almeno limitarle.
Grazie

  • svevavolo
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Giovedì 11 Gennaio 2018, alle ore 18:36
    Le vie che prescrive la legge e che sono legali al cento per cento sono: posta raccomandata, posta elettronica certificata, fax o tramite consegna a mano (art. 66 disp. att. c.c., norma inderogabile). La delega a chi ha la pec dovrebbe essere pemanente sino a nuova revoca scritta e dovrebbe liberare l'amministratore da ogni responsabiltà, ma non è una soluzione conforme alla legge, esporrebbe comunque a rischi.

  • tifokr
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Venerdì 12 Gennaio 2018, alle ore 00:42
    Diciamo che rimane a discrezione dell'amministratore, e quindi a suo rischio e pericolo, volerci concedere o no quanto espresso nel topic. Grazie mille per aver risposto

  • jovis
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Venerdì 12 Gennaio 2018, alle ore 13:19
    Potreste nominarla caposcala, rappresentandovi come portavoce di voi tutti

  • agodm61
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Giovedì 18 Gennaio 2018, alle ore 12:59
    No, non è possibile in quanto l'email semplice non ha nessun valore legale

  • jovis
    0
    Ricerca discussioni per utente Agodm61
    Giovedì 18 Gennaio 2018, alle ore 22:11
    No, non è possibile in quanto l'email semplice non ha nessun valore legale
    Perbacco!
    un amico mi parlava che una certa scrittura fatta con la mail usando parole appropriate, si trasformava, o poteva trasformarsi in Pec, ma ovviamente non sapeva quanto ne sai tu.
    Allora un grazie anche da parte mia.:-))

  • tifokr
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Martedì 23 Gennaio 2018, alle ore 14:07
    Grazie...mi sa che mi aprirò una pec....se i prezzi che ho letto di Aruba non sono fasulli me la ripago sicuramente.

  • jovis
    0
    Ricerca discussioni per utente Tifokr
    Martedì 23 Gennaio 2018, alle ore 14:31
    Grazie...mi sa che mi aprirò una pec....se i prezzi che ho letto di Aruba non sono fasulli me la ripago sicuramente.
    Allora, in bocca al lupo!
    e poi facci sapere...:-))((

  • manuelamargilio
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Mercoledì 7 Marzo 2018, alle ore 18:59
    Buongiorno gentile Utente, l'amministratore di condominio non è legittimato a convocare l’assemblea condominiale a mezzo posta elettronica ordinaria. Siamo in presenza di una procedura errata che potrebbe portare ad impugnare la delibera per invalidità dell'assemblea. La legge, infatti, all’articolo 66 disposizioni di attuazione del codice civile prescrive una serie di modalità per la convocazione dei condomini: la raccomandata, il fax, la pec e la consegna a mano e da queste modalità non si può prescindere.
    Specifico che tali procedure sono state imposte dopo la legge che ha introdotto la Riforma del Condominio. Viene dunque meno il principio di libertà delle forme ma è necessario adeguarsi alla normativa.
    Ciò premesso, non si può imporre l’uso della pec all’amministratore che rimane libero di utilizzare la forma della lettera raccomandata, anche se economicamente meno conveniente.
    Saluti

  • jovis
    0
    Ricerca discussioni per utente Manuelamargilio
    Giovedì 8 Marzo 2018, alle ore 09:52
    Buongiorno gentile Utente, l'amministratore di condominio non è legittimato a convocare l’assemblea condominiale a mezzo posta elettronica ordinaria. Siamo in presenza di una procedura errata che potrebbe portare ad impugnare la delibera per invalidità dell'assemblea. La legge, infatti, all’articolo 66 disposizioni di attuazione del codice civile prescrive una serie di modalità per la convocazione dei condomini: la raccomandata, il fax, la pec e la consegna a mano e da queste modalità non si può prescindere.
    Specifico che tali procedure sono state imposte dopo la legge che ha introdotto la Riforma del Condominio. Viene dunque meno il principio di libertà delle forme ma è necessario adeguarsi alla normativa.
    Ciò premesso, non si può imporre l’uso della pec all’amministratore che rimane libero di utilizzare la forma della lettera raccomandata, anche se economicamente meno conveniente.
    Saluti
    Ehhh! grazie,
    peccato che la posta elettronica non venga considerata, ma sempre si devono spendere soldi e tempo per ribattere le giuste cause a mezzo di raccomandate.:-))

  • svevavolo
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Lunedì 12 Marzo 2018, alle ore 15:00
    Vorrei specificare un aspetto che dalle precedenti risposte potrebbe risultare non chiaro.
    A parte che nel caso di specie non sembra che l'amministratore abbia nulla contro l'uso della pec, direi che se è vero che la legge impone alcuni specifici modi per inviare le convocazioni e che tra questi l'amministratore può scegliere liberamente, al tempo stesso non vieta ai condòmini singolarmente di esprimere una preferenza o in assemblea di deliberare in proposito ad alcuni modi rispetto agli altri. In questo caso, a mio parere, secondo i principi del corretto adempimento del contratto di mandato nella gestione della cosa comune, l'amministratore non può opporsi, a meno che non offra specifici e comprovati motivi.
    Al di là delle norme, poi, i rapporti quotidiani della gestione condominiale dovrebbero essere improntati alla reciproca collaborazione e al buon senso, a meno che le parti non abbiamo deciso di farsi la guerra e, dunque, di chiudere il rapporto.

  • manuelamargilio
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Martedì 13 Marzo 2018, alle ore 17:59
    Buongiorno, anche ai mio parere, è opportuno che la richiesta possa farsi rientrare nell’ambito delle modalità di regolamentazione del mandato nei confronti dell’amministratore. Specifico inoltre che vi sono dei casi in cui l’amministratore sarebbe obbligato all’uso della pec. In particolare ove si trattasse di un professionista iscritto ad albo o elenco presso ordine o collegio. Si pensi all’ipotesi in cui l’amministratore sia un geometra o un avvocato. Inoltre qualora abbia costituito un’impresa in forma individuale o societaria. In queste situazione è proprio la legge ad imporre l’uso della pec.
    Saluti

  • svevavolo
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Mercoledì 21 Marzo 2018, alle ore 19:35
    Vorrei specificare un aspetto che dalle precedenti risposte potrebbe risultare non chiaro. Alcun categorie hanno l'obbligo del possesso della pec (e la comunicazione della pec ad enti come l'ordine per gli avvocati), non l'uso: per capirci, un avvocato può continuare a scegliere di usare altri mezzi di comunicazione egualmente efficaci, come la raccomandata a.r., a meno che, per specifici casi, la legge non imponga diversamente.

  • manuelamargilio
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Giovedì 22 Marzo 2018, alle ore 20:21
    Aggiungo quanto segue ad integrazione di quanto espresso. Le persone obbligate all’attivazione della pec (tra le quali può esserci l’amministratore iscritto in camera di commercio come imprenditore individuale), a mio avviso, dovrebbero anche farne uso. L’utilizzo effettivo, a mio parere, è implicito nella sua attivazione, in quanto il professionista dovrà, almeno periodicamente, prenderne in visione il contenuto. Le notifiche ricevute, anche da parte dell’Agenzia delle Entrate, all’indirizzo pec, si ritengono valide e conosciute dal destinatario, al pari di una raccomandata recapitata al corretto indirizzo. Poiché per questa ragione si è tenuti ad aprire la pec e a visionarne il suo contenuto, l’uso della stessa si potrebbe considerare implicito. Certo rimane la libertà di ciascuno di assumere la condotta che ritiene più opportuna.

  • jovis
    0
    Ricerca discussioni per utente Manuelamargilio
    Venerdì 23 Marzo 2018, alle ore 11:46
    Aggiungo quanto segue ad integrazione di quanto espresso. Le persone obbligate all’attivazione della pec (tra le quali può esserci l’amministratore iscritto in camera di commercio come imprenditore individuale), a mio avviso, dovrebbero anche farne uso. L’utilizzo effettivo, a mio parere, è implicito nella sua attivazione, in quanto il professionista dovrà, almeno periodicamente, prenderne in visione il contenuto. Le notifiche ricevute, anche da parte dell’Agenzia delle Entrate, all’indirizzo pec, si ritengono valide e conosciute dal destinatario, al pari di una raccomandata recapitata al corretto indirizzo. Poiché per questa ragione si è tenuti ad aprire la pec e a visionarne il suo contenuto, l’uso della stessa si potrebbe considerare implicito. Certo rimane la libertà di ciascuno di assumere la condotta che ritiene più opportuna.
    Condivido quanto dici, ma ribadisco come detto anche da altri post, che l'educazione ed il buon senso sarebbe opportuna da parte di tutti i condomini, ma assai surreale in questo mondo contemporaneo:-))

  • svevavolo
    0
    Ricerca discussioni per utente
    Sabato 31 Marzo 2018, alle ore 17:24
    Ad integrazione di quanto già detto, se per obbligo di uso intendiamo l'obbligo di consultare frequentemente la pec (per chi è obbligato ad avere la pec o comunque la ha ed il suo indirizzo è noto), di ciò non c'è dubbio, pena le conseguenze di legge. Rimane la libertà di ognuno di usare (usare, appunto) sistemi alternativi e con uguale valore di legge, per l'invio delle proprie comunicazioni, salvo diversa richiesta, nel senso che si diceva, ad es. del condòminio e obblighi di legge.

  • svevavolo
    0
    Ricerca discussioni per utente Jovis
    Sabato 31 Marzo 2018, alle ore 17:26
    condivido quanto dici, ma ribadisco come detto anche da altri post, che l'educazione ed il buon senso sarebbe opportuna da parte di tutti i condomini, ma assai surreale in questo mondo contemporaneo:-))
    Io invece, Jovis, credo che la cortesia ed il buon senso esistano ancora nei rapporti tra tanti amministratori e tanti condòmini: in condominio è interesse di tutti un buon andamento della gestione e soprattuto, per l'amministratore, di mantenere il suo lavoro, salvo che ovviamente non saltino certi equilibri!

  • previatoantonio
    0
    Ricerca discussioni per utente Svevavolo
    Sabato 31 Marzo 2018, alle ore 20:54
    Io invece, Jovis, credo che la cortesia ed il buon senso esistano ancora nei rapporti tra tanti amministratori e tanti condòmini: in condominio è interesse di tutti un buon andamento della gestione e soprattuto, per l'amministratore, di mantenere il suo lavoro, salvo che ovviamente non saltino certi equilibri!
    Ciao! dici bene, ma a volte mi sembra che facciano un po troppo da "padre padrone" del condominio, quando invece sono i condomini a pagare e a decidere.:-))

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